Dialisi. Catania, corruzione e abuso d’ufficio: ai domiciliari dirigenti, medici e imprenditori (Nicosia ed Enna)

catania-medici-imprenditori-5-arresti‘Invitavano’ i pazienti in dialisi a spostarsi dalle strutture pubbliche a quelle private: 5 arresti
Spostavano pazienti in dialisi dalle strutture pubbliche a quelle private. E’ l’accusa contestata a cinque persone, tra imprenditori e dirigenti medici, che sono stati posti agli arresti domiciliari. Tra loro anche Francesco Messina Denaro, 55 anni, procuratore speciale della Diaverum Italia Srl per la Sicilia, nato a Castelvetrano (Trapani), e parente con il noto boss Messina Denaro, poichè i rispettivi nonni erano fratelli.
“Bloody money” è questo il nome dell’operazione delle Fiamme Gialle che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare su richiesta della locale Procura distrettuale.
Si tratta di tre imprenditori e due dirigenti medici: Francesco Messina Denaro, procuratore speciale della Diaverum Italia srl per la Sicilia; Salvatore Guarino e Carmelo Papa, rispettivamente amministratore di fatto e di diritto del centro dialisi privato “Le Ciminiere Srl”; Giorgio Leone ed Elvia Sicurezza, dirigenti medici rispettivamente in servizio presso i Reparti di Nefrologia e Dialisi degli ospedali Garibaldi e Vittorio Emanuele di Catania.



“Saremo inflessibili nei confronti dello scandalo Diaverum, è intollerabile che ci siano medici ed imprenditori che lavorano non per migliorare i servizi offerti ai cittadini, ma per sottrarre risorse al pubblico erario speculando sulla salute degli ammalati”. Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. “E’ una vera e propria forma di sciacallaggio e non ci lascia affatto indifferenti il fatto che, il rappresentante dell’impresa, si chiami Messina Denaro anche perchè non si tratta di una casualità. Sono infatti cugini di secondo grado, non proprio un rapporto lontano di parentela, anzi vicinissimo. Già con Lucia Borsellino – continua Crocetta – ci eravamo preoccupati di questa situazione, interessando gli organismi competenti. L’inchiesta della Procura della Repubblica, apre adesso un libro che intanto fa luce sulla truffa ai danni della Regione. Tale fatto per noi è sufficiente per chiudere ogni rapporto con la Diaverum e le altre società coinvolte nell’inchiesta. Ci auguriamo anche che possa essere chiarito se, oltre all’associazione a delinquere prefigurata dai magistrati di Catania, ci siano altre ipotesi di coinvolgimento. Mi sono recato ieri a Catania dal procuratore Zuccaro, per congratularmi per il grande lavoro fatto da magistrati e forze dell’ordine. Sono convinto che l’inchiesta avviata nel settore dialisi e sanità, – conclude il presidente – possa aprire filoni nuovi che consentano di sgominare pratiche molto diffuse nel passato, coinvolgimenti deviati di funzionari o amministratori che dovrebbero fare l’interesse pubblico e invece lavorano per il malaffare”.