Giudizio abbreviato per Pasquale Mingrino per l’incidente mortale del ciclista Maurizio Vaneria sulla Pergusina

La Procura della Repubblica di Enna ha chiuso in tempi record, appena quattro mesi, le indagini sull’incidente mortale, avvenuto il 13 settembre lungo la “Pergusina” quando Pasquale Mingrino, 50 anni di Pietraperzia, investì con la sua Alfa Romeo 156 il ciclista Maurizio Vaneria, padre di due figli, uccidendolo, non prestandogli alcun soccorso, anzi fuggendo verso Pietraperzia dove ha nascosto l’auto in un garage. L’Alfa Romeo guidata da Mingrino era priva anche di assicurazione. Le conclusioni della Procura porterebbero nei confronti di Mingrino, scoperto immediatamente come autore dell’incidente mortale dalle indagini della Polizia Stradale di Enna. L’avvocato difensore, Giovanni Palermo, ha chiesto immediatamente il giudizio abbreviato in modo da poter ottenere la riduzione di un terzo della pena. Il processo, inizialmente, era stato fissato per il 6 febbraio, slitta all’11 maggio perché l’imputato, il cinquantenne di Pietraperzia Pasquale Mingrino, accusato di omicidio stradale, ha chiesto il rito abbreviato. Il legale della famiglia Vaneria, il penalista Mauro Di Natale, ha voluto esprimere un plauso alla Procura per la celerità con cui si è chiusa l’inchiesta, di cui è titolare il sostituto procuratore Giovanni Romano, coordinata dal Procuratore Massimo Palmeri. “In meno di cinque mesi si sarebbe già svolta la prima udienza, se non ci fosse stata la richiesta di giudizio abbreviato – afferma l’avvocato Di Natale – non possiamo che plaudire all’ottimo lavoro svolto dalla Procura”. Mingrino quindi sarà processato a partire dal prossimo 11 maggio dalla dottoressa Elisabetta Mazza che da Gip diventa Gup. La perizia sull’incidente è stata affidata all’ingegnere Gerolamo Vitellaro di Caltanissetta, che l’ha già consegnato alla Procura, mentre l’avvocato Mauro Di Natale, ha scelto un suo esperto tra quelli presenti ad Enna .
Dopo qualche giorno dall’incidente, davanti alla prove della Polizia Stradale, Mingrino ha confessato di essere l’autore dell’incidente ed ha dichiarato di essere fuggito “per paura”, e perché non era assicurato, aggiungendo di aver appreso solo dopo della morte del ciclista.