Enna, rintracciato dalla Polizia minore allontanatosi dalla sua abitazione nel nord Italia

Nella serata del 5 marzo, nei pressi della cittadella universitaria, una pattuglia della DIGOS – diretta dal Commissario Capo dott.ssa Rosa Cascio – notava un giovane sotto un portico di un palazzo condominiale di quel quartiere in un’area semibuia.
Gli Agenti, insospettitisi, chiedevano allo stesso – che si presentava visibilmente scosso, impaurito, e infreddolito – cosa facesse in quella zona. Il ragazzo, con marcato accento del nord Italia, inizialmente dava delle spiegazioni poco plausibili, dichiarando di avere litigato con la propria ragazza, di essere privo di documenti e di aver gettato la scheda del proprio telefono cellulare.
Successivamente, riuscendo gli Operatori ad entrare in empatia con il giovane, dopo una paziente opera di persuasione, riuscivano a saper che lo stesso era “scappato” dalla casa familiare, ove convive regolarmente con i propri genitori, e che aveva intenzione di accamparsi in quel luogo di fortuna per la notte. Inoltre, precisava di aver scelto come luogo di rifugio Enna, in quanto ritenuto un posto molto lontano – oltre 1.000 kilometri di distanza da casa sua – e dove nessuno certamente lo avrebbe rintracciato.
Il ragazzo, che poi è risultato essere un minore, era ancora in possesso delle matrici dei biglietti ferroviari, che confermavano il lungo viaggio intrapreso da una regione del nord, passando per le stazioni di Villa San Giovanni, Messina, Catania ed Enna.
Dopo la compiuta identificazione del minorenne, tramite la Centrale Operativa della Questura, si riusciva ad avere un primo contatto con i genitori che, visibilmente preoccupati ed emozionati, confermavano agli uomini della DIGOS la scomparsa del figlio e la circostanza di avere già presentato apposita denuncia.
Il ragazzo, affamato e bagnato, veniva subito accompagnato presso un vicino esercizio di ristorazione dove consumava un pasto caldo.
Si decideva, quindi, appurate le buone condizioni di salute, di accompagnarlo presso gli Uffici della Questura per metterlo telefonicamente in contatto con la madre.
In attesa che la famiglia raggiungesse la città di Enna, il giovane, d’intesa con l’Autorità Giudiziaria, veniva collocato presso un’idonea comunità di alloggio per minori del posto, attorniato da tutte le figure di riferimento (medico, psicologo, educatore).
Il giorno seguente giungevano in Enna i genitori, ai quali il ragazzo veniva riaffidato.