Enna. A cinque anni dall’omicidio di Vanessa Scialfa, genitori chiedono di sapere il ruolo di un poliziotto

Enna – Oggi sono cinque anni dall’omicidio di Vanessa Scialfa, la giovane ventenne strangolata con un cavo del dvd e poi soffocata con uno straccio intriso di candeggina dal proprio fidanzato, Francesco Lo Presti, 32 anni all’epoca dei fatti. Lo Presti é stato condannato, sentenza poi in fermata in secondo grado e dalla cassazione, a 30 anni di carcere. ” Ancora oggi, non sappiamo perchè Vanessa sia stata uccisa dato che neanche i giudici hanno creduto al movente della gelosia – dicono i genitori della vittima, Giovanni ed Isabella – Da sempre, poi sosteniamo che l’omicida sia stato aiutato da qualcuno, perlomeno quando ha dovuto disfarsi del corpo di nostra figlia. E da sempre chiediamo che sia chiarito il ruolo di un poliziotto, che per altro ha continuato ad occuparsi delle indagini nonostante avessimo presentato un esposto alle autorità giudiziaria, poi archiviato, che ha reso una falsa relazione di servizio. Continuiamo a sperare che si possa riaprire il processo per avere la verità sulla morte di mia figlia”. Vanessa viene uccisa il 24 aprile del 2012. Il suo corpo verrà ritrovato dopo due giorni, nei pressi della miniera di Pasquasia, avvolto in un lenzuolo. Sono stati i genitori di Vanessa, che da subito non hanno creduto alla versione del fidanzato, che sosteneva che la giovane si fosse allontanata dopo una lite, ad avvisare i carabinieri. Sará però, poi la polizia ad arrestare Francesco che li condurrá sul luogo dove ha gettato il corpo della povera ragazza. Una messa in memoria di Vanessa Scialfa, sarà celebrata oggi alla chiesa Madre alle ore 19.

ANSA