Piazza Armerina. Protesta dei migranti, il giudice dispone la firma in caserma, il Prefetto vieta la presenza in comunità, ma dove starà?

Ha destato molto clamore nei giorni scorsi l’arresto di dieci migranti per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate a seguito di una protesta inscenata per contestare quelle che hanno definito serie carenze nella struttura in cui sono ospiti a Piazza Armerina. Il giudice dopo aver valutato la vicenda ha disposto per tutti e dieci gli imputati l’obbligo di presentazione, ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16 alle 18, presso la caserma dei carabinieri a Piazza Armerina. Allo stesso tempo è arrivata anche l’ordinanza del Prefetto di Enna per uno dei migranti in cui dispone la revoca della misura di accoglienza per avere violato le regole del Centro con irrispettosi comportamenti nei confronti degli altri ospiti e dei responsabili del Centro. A segnalare il comportamento e le violazioni del migrante era stato il responsabile del centro di accoglienza armerino. La Prefettura nella sua decisione ha ritenuto che lo stesso possa reiterare il comportamento già messo in atto.
Questa decisione pone, però, in essere una difficoltà di non poco conto che gli avvocati Daniela Sapone, Giuliana Conte eGiovanni Palermo presenteranno al Prefetto per trovarne una soluzione.
In atto, infatti, il migrante 21enne del Gambia a seguito della revoca della misura di accoglienza nel centro di accoglienza armerino risulta non avere una fissa dimora e ci si chiede dove trascorrerà le giornate e dove dormirà la notte. Questo potrebbe provocare ulteriori problemi, oltre che disagi, per il richiedente asilo e di questo se ne vogliono occupare al più presto i legali.
La strada più concreta potrebbe essere quella dell’affidamento a qualche associazione di volontariato ma rispetto alle considerazioni che hanno spinto la Prefettura ad emettere la sua ordinanza, cambierebbe ben poco nell’approccio che potrebbe tenere il migrante che, stando così la situazione, rischia di dover restare per strada senza nessuna meta certa.

William Savoca

Riprendiamo e pubblichiamo da La Sicilia