Santone settantenne arrestato a Leonforte: riti magici e acqua santa per guarire dalla disabilità mentale

Leonforte: “Settantenne di Paternò prometteva di praticare particolari riti magici ad un’anziana donna per guarirla; arrestato dalla Polizia di Stato presunto “Santone”, resosi responsabile del reato di circonvenzione di incapace”.

Nella serata di ieri gli agenti del Commissariato di P. S. di Leonforte hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, Sambataro Carmelo, nato e residente a Paternò, classe 1947, incensurato, poiché resosi responsabile del reato di circonvenzione di incapace ai danni di un’anziana donna, ospite di una comunità della provincia, in quanto affetta da disabilità mentale.

I FATTI
Nei giorni scorsi gli uomini della Polizia di Stato, davano vita ad una complessa attività investigativa che permetteva di scoprire che una donna di circa sessant’anni – affetta da gravi problemi psichiatrici e ospite di una comunità in provincia – era diventata vittima di ignote persone che, approfittando del suo stato psico-fisico di minorata difesa, si facevano consegnare delle somme di denaro, promettendole in cambio che avrebbero effettuato dei particolari “riti magici” per farla guarire.
Accadeva che nella giornata di ieri i polizotti – impegnati in un’attività di osservazione e pedinamento, finalizzata a riscontrare i fatti in narrativa – appuravano che un ignoto individuo, poi identificato in un settantenne di Paternò di nome Sambataro Carmelo, incensurato, si era recato, in compagnia di un’altra persona, presso la comunità dove alloggia la donna e, dopo averla prelevata, si recava con lei a Leonforte, presso un istituto di credito; all’uscita dalla banca il personale appostato notava la signora consegnare delle banconote di denaro al Sambataro, che a quel punto veniva fermato e perquisito.
La perquisizione permetteva di rinvenire nella tasca della maglietta dell’uomo del denaro, che da accertamenti effettuati presso l’istituto di credito, risultava essere lo stesso prelevato dalla donna poco prima.
Inoltre l’attività di indagine svolta nelle ore successive permetteva di appurare che il Sambataro, dopo aver accompagnato la donna in banca, aveva insistito col personale affinché la stessa scambiasse delle polizze vita a lei intestate e, solo dopo aver capito che tale operazione non era immediatamente possibile, si era accontentato del poco denaro che la donna aveva prelevato dal conto corrente.
Dagli accertamenti esperiti presso il personale sanitario che ha in cura la donna si accertava che la stessa nell’ultimo periodo aveva avuto un peggioramento delle condizioni fisiche, non rispondeva alle cure, intratteneva rapporti con persone esterne alla cerchia dei familiari, e teneva, all’interno della comunità, comportamenti bizzarri, compiendo degli strani rituali, tanto da mettere in allarme il personale che la segue.
La perquisizione effettuata in serata dal personale presso l’abitazione del Sambataro a Paternò permetteva, infine, di rinvenire numerosi oggetti, talismani, amuleti, ciondoli e libri notoriamente utilizzati da “maghi” o “chiaroveggenti”, oltre ad alcuni pizzini dove erano annotato l’importo di varie somme di denaro cedute in passato dalla donna al Sambataro per dei misteriosi rituali che lo stesso avrebbe dovuto compiere per aiutarla. In tale contesto, pare che il sedicente “Santone” avesse promesso pure della particolare acqua santa alla donna, per lenire i suoi patemi.
Alla luce dell’attività di indagine, pertanto, il Sambataro veniva arrestato in flagranza di reato, per il reato di circonvenzione di incapace di cui all’art. 643 c.p., e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, che coordina le indagini nella persona del dott. Francesco Lo Gerfo, veniva condotto presso la propria abitazione, in regime di arresti domiciliari.