Tappa ad Aidone. Moderni viandanti attraversano a piedi la Sicilia lungo antiche rotte

A vederli così inzuppati dalla testa ai piedi, dopo avere percorso i canonici 25 km giornalieri per monti, valli, trazzere, tratturi, con una umidità appesantita da pioggia e nebbia, ti viene da chiedergli: ma chi ve lo fa fare? La risposta è un sorriso disarmante, una battuta pronta e scherzosa e l’entusiasmo  che ci mettono nel raccontare la loro ormai quinquennale avventura, l’urgenza di affidare il testimone a quelli che incontrano nelle loro tappe -amministratori, volontari, gente comune- perché si riapproprino del loro territorio per conoscerlo, conservarlo,valorizzarlo.
Arrivano da Valguarnera a Morgantina nel giorno di Ognissanti, un bussino messo a disposizione dal Comune li porta in Aidone e al Museo dove vengono accolti per il Club Unesco dalla prof.ssa Concetta Oliveri che li guida tra i preziosi reperti di quella Morgantina che hanno scelto di inserire nel loro cammino, lungo l’Antica Trasversale Sicula, che, da Mozia a Camarina, attraversa la Sicilia interna collegando i principali siti greco punici. Nel pomeriggio, nell’aula consigliare dove vengono accolti anche dai rappresentanti di alcune associazioni aidonesi, complice anche il maltempo che non dà tregua, si prestano alle domande ed alla curiosità dei presenti. Intervengono i due creatori della Trasversale, Peppe De Caro e Gaetano Melfi, che raccontano com’è nata, i fondamenti storici e letterari su cui poggia, il lavoro di osservazione e geo-referenzialità fatto, ed in continuo aggiornamento, messo a disposizione di tutti sul loro sito web e su quello dell’Osservatorio Turistico Regionale.
Alla spedizione di sono aggiunti per strada altri esperti di cammini, da Castronovo arriva Vincenzo La Barbera che ha raccontato dell’insperato grande successo raggiunto in pochi anni con la Magna via Francigena che collega Palermo ad Agrigento; da Barrafranca arrivano Salvatore La Pusata e Filippo Apache Nicolosi che hanno parlato del percorso sperimentato da loro in occasione del pellegrinaggio di San Filippo: da Barrafranca ad Aidone, senza passare, se non nell’ultimissimo tratto, dalla statale, e poi del progetto “Sentiero siculo” teso a promuovere e valorizzare i luoghi di interesse storico, archeologico e naturalistico del centro di Sicilia. E poi sono presenti tanti giovani e meno giovani uniti dal comune desiderio di camminare, di andare alla ricerca della natura, entrare in lei,  assaporarne gli umori e gli odori convinti come ha affermato qualcuno  che se ne intendeva, John Muir, che in ogni passeggiata l’uomo riceve molto più di quello che cerca.
Si può sorridere magari delle pretese storicizzazioni dei percorsi, ne sanno qualcosa quelli della Magna via Francigena, si può guardare a questo dei cammini come un fenomeno modaiolo, ma quello che è certo è che questo camminare in modo lento, a contatto intimo con la natura, alla scoperta della storia naturalistica, sociale, politica, monumentale che i luoghi ci restituiscono, è una esigenza intima in cui il camminare stesso diventa la meta. La maggior parte dei presenti aveva al proprio attivo cammini inseguiti in Europa e nel mondo ma tutti convergevano nel fatto che le vere scoperte le hanno fatte a due passi da casa, nella nostra Sicilia, un mondo complesso che difficilmente si lascia svelare nella sua interezza dove anche gli stessi luoghi che credi di conoscere mutano di continuo ed ogni volta riesci a guardarli con occhi nuovi. La trasversale era stata percorsa nei primi anni in direzione sud-nord, da Kamarina a Mozia, quest’anno, denominata “Primo cammino internazionale dell’antica trasversale sicula”, l’hanno riproposta in senso inverso. Sono partiti il sette ottobre da Mozia, si concluderà il 18 novembre a Kamarina, dopo avere percorso oltre  600 km, per 8 province, 55 comuni e comunità isolane, 6 parchi archeologici, 47 siti di interesse storico-archeologico-monumentale, 1 Parco, 7 riserve naturali, tantissimi musei, centri storici e insediamenti rurali tradizionali.

Tra i camminatori giunti in Aidone c’è anche una giovane tedesca di Berlino; fino a qualche giorno fa alcuni tratti sono stati percorsi dallo scrittore Martìn Duarte Guevara, in nipote del Che, che è rimasto incantato dalla Sicilia e dai siciliani, come racconta in un lungo articolo pubblicato l’1 novembre sull’Avana Times dove, fra l’altro, afferma “Ho anche imparato che la Sicilia è molto, molto più che mafia, siculi, sicani, romani, fenici, cartaginese e greci, sebbene è anche certamente tutto questo”.
Il cammino si affida ad un’ospitalità diffusa che questi moderni viandanti, una trentina di cui il più piccolo ha meno di tre anni, in Aidone hanno potuto apprezzare oltre che con un tetto sotto il quale ripararsi dalla pioggia (la chiesa di San Giovanni degli Ospedalieri e di Malta messa a disposizione dal parroco di Sant’Anna), di docce calde messe a disposizione da persone comuni presenti all’evento, della calda accoglienza in municipio, di un piatto caldo di spaghetti, apparecchiato da giovani volontari nel salone della parrocchia San Lorenzo e rallegrato da musica strumentale. E l’indomani pronti a ripartire nonostante le sempre cattive condizioni climatiche, che li hanno costretti ad accettate un passaggio con il pulmino del comune e a modificare di poco il percorso per bypassare tratti completamente impercorribili. Le prossime tappe sono i luoghi dei Palici e poi Mineo e Palazzolo Acreide.

Franca Ciantia


* foto pubblicate su gentile concessione degli amministratori della pagina Facebook della Trasversale Sicula. https://www.facebook.com/trasversalesicula/