GdF Enna: 33 aziende controllate, 26 lavoratori in nero e 6 irregolari, raffica di sanzioni

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Enna nel quadro delle attività di controllo economico del territorio a contrasto delle condotte costituenti minaccia per l’economia legale, hanno portato a termine, nei primi mesi dell’anno mirate operazioni di polizia economico-finanziaria volte ad arginare l’insidioso fenomeno del sommerso da lavoro e dello sfruttamento della manodopera.

Trentadue sono state le posizioni di lavoro non conformi rilevate di cui: n. 26 i lavoratori impiegati “in nero” e n. 6 in modo “irregolare”. Le irregolarità sono state scoperte presso imprese operanti in diversi settori economici e commerciali, dal commercio di prodotti “ortofrutticoli” “all’agricoltura”, dall’“edilizia” alla “ristorazione”. Alcuni di essi sono, infatti, risultati sprovvisti del contratto di assunzione e per loro i datori di lavoro hanno omesso di presentare la comunicazione preventiva agli enti preposti.

Nel complesso su un totale di n. 33 attività controllate, ben n.19 sono le imprese cui sono state contestate violazioni per le quali è stata avviata la procedura di irrogazione della cosiddetta “maxi-sanzione”, che prevede, sanzioni fino ad un massimo di 10.800 euro per ciascun lavoratore in nero anche per brevi periodi, per n. 6 attività è stata richiesta anche l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività, per aver impiegato manodopera irregolare in misura superiore al 20% del totale dei lavoratori regolarmente assunti e trovati sul posto di lavoro. In due casi sono state irrogate sanzioni anche in relazione all’omessa tracciabilità delle retribuzioni corrisposte. A completamento dell’attività sono seguiti controlli fiscali sulle scritture contabili dei datori di lavoro in relazione alla connessa evasione fiscale e contributiva rilevata.

L’azione di servizio, nel particolare settore operativo, proseguirà senza soste ad opera dalla Guardia di Finanza, al fine di contrastare il fenomeno del sommerso da lavoro che danneggia le aziende che rispettano le regole, costrette a fronteggiare la concorrenza sleale degli operatori che abbattono illegalmente i costi di gestione legati al personale. Nonché a tutela dei lavoratori per far si che gli stessi fruiscano dei diritti previdenziali e assistenziali avendo certezza della regolarità del rapporto di lavoro.