Leonforte. Cronache di una sanità morente

Leonforte. Nell’entroterra siciliano il Ferro/Branciforti/Capra resta ancora un punto di primo soccorso. Il F/B/C però continua ad agonizzare. Mancano i farmaci ed il personale, ridotto, copre turni che altrove verrebbero frammezzati dalle necessarie ore di riposo, per garantire la giusta lucidità e forza d’azione nell’urgenza e nell’ordinario. All’ F/B/C le emergenze si arrestano in astanteria, dove si rimane in attesa che l’altro, arrivato prima, venga soccorso e portato altrove. L’altrove è relativo alla disponibilità dei posti, per cui la malattia passa a carico dei parenti nel caso, cronico e costante, di posti occupati. Qualora il malcapitato avesse bisogno di una radiografia può farsi dunque la croce con la mano “manca” perché un esame, urgente e necessario in caso di pronto e primo soccorso, è subordinato al radiologo che all’ F/B/C non c’è sempre. Se però la cosa è veramente, ma veramente, grave e anche di una certa urgenza, si caricherà il malato sull’ambulanza, privando il p.s. di parte del personale (già carente) e si correrà all’Umberto I dove si aspetterà in astanteria; ricominciando la prassi di cui sopra. Passata qualche ora dalla chiamata al 118 per ciò si avrà, forse, una radiografia e una diagnosi che non garantirà il ricovero, anche se necessario, perché tutto è vincolato dalla disponibilità dei posti nei vari reparti. Auguratevi di non avere bisogno, cittadini dell’ex provincia ennese, ma se dovesse capitare sperate in un’emergenza non procrastinabile così che il degente ancora da controllare, monitorare e accudire venga immediatamente buttato fuori per far posto a voi. Le dimissioni da noi sono infatti connesse alla domanda di ricovero e per ciò spesso si grida al miracolo: “ma come ieri ero in pericolo di vita e oggi mi mandate a casa?”. Miracolo!

Gabriella Grasso