Piazza Armerina: rinviata sentenza CGA di Palermo su ricorso di Miroddi

È stata rinviata la sentenza del CGA di Palermo sul ricorso di Miroddi, si dovrà attendere il 28 Maggio 2020 per la definizione, il rinvio non è stato deciso d’ufficio ma è stato richiesto dai legali del comune di Piazza Armerina. Gongolano, il sindaco in carica e i consiglieri che lo appoggiano. Tutto prevedibile, forse fin troppo. Anche in piena emergenza Covid, ed ora più che mai, l’amministrazione, non ha perso di vista la dichiarazione di dissesto. Infatti, oltre al decreto del presidente della Regione, per emergenza Covid, con il quale sospendeva e rinviava, tutto ciò che riguardasse l’iter per l’approvazione dei bilanci, piani di riequilibrio o dichiarazioni di dissesto, dopo il 30 Giugno 2020; la nota da parte del commissario ad acta, del 26/03/2020, con la quale lo stesso sospende il termine di 30 giorni, assegnato ai consiglieri comunali a decorrere dalla data del 4/03/2020 con la disposizione n.7691 del 3/3/2020; l’emergenza coronavirus nella città come in tutta la provincia, tutto ciò, non pone in pausa la disfatta dell’Ente. Cosa si inventano? Non potendo convocare il consiglio comunale all’interno della sala consiliare, per il mancato rispetto della distanza di sicurezza, il Presidente del Consiglio comunale, con quale autorità ancora avrà da spiegare, modifica il regolamento del consiglio comunale, in riferimento al luogo in cui si devono svolgere le riunioni del consiglio (Palatenda), la modifica del regolamento compete ai consiglieri. Avvisato, pensano bene di aggirare l’ostacolo per la convocazione, chiedendo al commissario ad acta, il quale prima sospende, poi ritratta, e con nota del 6 Aprile 2020, convoca il consiglio Comunale per giorno 14 aprile 2020. Si avvertono i consiglieri inoltre che, “l’esercizio dell’azione sostitutiva, con l’adozione della deliberazione commissariale di approvazione del dissesto finanziario, comporterà l’applicazione delle sanzioni previste dai commi 3 e 4 del citato art.109/bis dell’O.R.EE.LL., della sospensione e successivo scioglimento del consiglio comunale”. Ecco dove si corica l’asino, proprio sullo scioglimento del consiglio, se non si approva il dissesto, il consiglio verrebbe sciolto. L’approvazione del dissesto, è un atto meramente politico, certo non solo… quello che è più importante, è politico. L’Ente non ha le caratteristiche per una dichiarazione di dissesto, economicamente parlando, la strategia è “far fuori Miroddi e tutta la sua amministrazione”, con l’addebito, se mai avvenisse, in quanto si dovrebbe dimostrare il dolo e comunque passerebbero anni, con addebito delle colpe per il fallimento dell’Ente. Secondo motivo, se si dichiara il dissesto, non si incorre nello scioglimento del consiglio, quindi, tutti i consiglieri che dovrebbero tornare alla madre patria, resterebbero in carica. A tal proposito, voci di corridoio, sostengono che, il sindaco, ma io sono in mala fede (a dir na farfantaria), abbia già chiuso degli accordi con i consiglieri di maggioranza che gli voterebbero il dissesto. La promessa è il rimescolamento della giunta. Attualmente, quattro sono gli assessori, ma per legge se ne possono nominare cinque, ma essendo in dissesto magari uno stipendio si vedrà di risparmiarlo. Comunque, due, se non addirittura tre, devono essere fatti fuori. Il primo, possono ipotizzarlo tutti, verrebbe sostituito da una quota rosa; altra quota rosa, sostituita con altro gentil sesso; una new entry, ormai da tempo agognante; un soggetto con punto di domanda e l’intoccabile, sempre al suo posto. Ecco, in un casinò si direbbe” le jeuxe son fe”. E voilà… ma si pensa male in tutto ciò? E se male non ci sarebbe, perché tutta quest’ urgenza, a tempo di coronavirus, di dichiarare il dissesto? Perché non rispettare i termini dettati dalla Regione e dal commissario? Perché, questo ritorno sui propri passi del commissario? Perché convoca il consiglio comunale il commissario ad acta anziché il presidente del Consiglio?… Quante domande, tutte con rispettiva risposta, questo lo si può assicurare.
“Il dubbio cresce con la conoscenza” ( Goethe)

Anna Zagara