Calascibetta: corona di fiori davanti cimitero, il tricolore che sventola sull’antica torre e campane a festa

Calascibetta. Il rintocco delle sette campane dell’antica Torre Normanna, che costeggia l’oramai sconsacrata chiesa intitolata a San Pietro, patrono della città, hanno risuonato nelle strade deserte di Calascibetta, mentre l’arciprete, Giuseppe Di Rocco, diffondeva via social la parola di Dio.

E’ accaduto la mattina di Pasqua (non si ricordano altri precedenti), giorno della Resurrezione di Cristo. Un avvenimento inusuale, perché il suono delle antichissime campane, una delle quali risale al 1561, si sente solamente la prima settimana di agosto, quando Calascibetta festeggia il suo patrono. Ma il senso di angoscia che provoca il virus sta cambiando tante abitudini e sono sempre di più i segni che inducono i fedeli ad aggrapparsi alla fede e alla speranza. Così, nel giorno in cui la chiesa celebra la Resurrezione, don Di Rocco ha chiesto ai volontari della Protezione civile di suonare a festa le campane della Torre Normanna, risalente al 1079, che era una delle due torri dell’antico Castello Marco fatto innalzare dal Conte Ruggero D’Altavilla in occasione del lungo assedio della città di Enna. “Un segno di speranza, il suono delle campane, e di rinascita in tutti i sensi, in particolar modo da questo periodo buio e doloroso”, ha spiegato don Di Rocco, che, nel giorno di Pasqua, ha anche pregato per tutti i defunti, soprattutto per quelli che, in questo periodo di pandemia, non hanno avuto nè il conforto dei propri cari, nè l’ultimo omaggio della comunità. Lo ha fatto, l’arciprete, dopo la deposizione, da parte della Protezione civile, di una corona di fiori davanti il cancello del cimitero. Intanto, dall’altro ieri, sulla Torre Normanna sventola il tricolore. A chiedere che venisse issata la bandiera italiana è stato Paolo La Monica, giovane xibetano. Un segno patriottico che ci porta a essere tutti uniti in questa dura battaglia contro il Covid-19.

Francesco Librizzi