Malagò “Sulla ripartenza del calcio è il momento di decidere”

“Credo che il grande errore che si possa fare è quello di intervenire in contesti e in mondi dove ci sono delle precise deleghe e rappresentanze. Tu vuoi essere il presidente di una federazione? Allora questo è il tuo momento in cui prendere decisioni. Tutti devono perdere qualcosa, l’ideale sarebbe trovare insieme il modo affinché non ci siano vinti né vincitori e che il calcio possa ripartire il prima possibile e a prescindere da questa stagione”. Lo ha detto a Dazn il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in merito ad una possibile ripresa del calcio dopo la fine del lockdown per la pandemia di Covid-19. “Mancini dice che tra un anno sarà ancora meglio per gli Europei? Il ct non è uno di tantissime parole, ma quando le dice sono pesate e ponderate – sottolinea il numero uno dello sport italiano – Trasferisce il giusto entusiasmo ma al contempo ha già individuato le opportunità nascoste da qui a un anno perché la nostra è una squadra giovane, che deve amalgamarsi. Un anno in più di esperienza potrebbe essere importante e utile per la nostra Nazionale”. La decisione di far slittare di un anno gli Europei 2020 “è stata sacrosanta. Sarà un grande Europeo, sarà il motivo per cui il calcio a livello internazionale potrà ripartire tutto insieme”. “Lo sport è il portabandiera del pensiero di appartenenza nazionale, lo si è visto grazie all’ultima meravigliosa campagna, in cui i nostri atleti hanno fatto vedere la vicinanza a chi sta in prima linea, rievocando ciò che fanno loro. Quando lottano, soffrono, vincono, perdono, come purtroppo sta succedendo in alcune zone d’Italia… Mai come oggi, lo sport è il simbolo del nostro Paese – aggiunge Malagò – Il mio pensiero arcobaleno che coltivo in queste lunghe giornate? La medaglia d’oro numero 200 dell’Italia, quella di Fabio Basile a Rio 2016, nel judo. È stata forse inaspettata, la mia prima. Stavo cominciando ad appassionarmi a un quesito: quale sarebbe stata la prima medaglia a Tokyo? Adesso è tutto rinviato. E così ripenso a quello di momento, che è stato decisivo nella mia vita da dirigente sportivo”. Circa le reazioni degli atleti al rinvio di un anno delle Olimpiadi di Tokyo 2020, “sono state diverse. Dalla Pellegrini che diceva ‘No, non ce la faccio. Mollo, non riesco’, passando per chi diceva ‘l’ideale sarebbe farle in primavera, quando non c’è umidità, non c’è caldo’, fino a chi ha detto ‘beh, a questo punto rispettiamo il programma anno per anno’. Ho sentito un po’ di tutto. Sappiamo già che noi abbiamo 208 atleti qualificati. Ci sono tre o quattro atleti che, indubbiamente per età, per acciacchi fisici, per una serie di problemi, anche di vita famigliare, faranno probabilmente uno sforzo supplementare. Ma io credo che alla fine a Tokyo ci saremo tutti, e saremo a bordo. Anche chi magari è più avanti con gli anni, quelli che pensavano che tra pochi mesi avrebbero concluso la loro meravigliosa carriera. Sarà per loro – conclude Malagò – uno stimolo ulteriore per fare bene a Tokyo 2021”.
(ITALPRESS).

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