A Leonforte il “dissesto” è la parola dell’estate 2020


Leonforte. “Non vogliamo puntare il dito contro nessuno” si legge a inizio di tutte dichiarazioni accusatorie e autoassolutorie perché il dissesto di un comune è la conseguenza di anni di mala gestio, ma naturalmente il dito viene, regolarmente , puntato verso chi ha amministrato prima e sembrano salvarsi solo quelli che gestivano la cosa pubblica in tempi di abbondanza e sconsideratezza, il cui spreco oggi tutti paghiamo. I dubbi sulla necessità del dissesto a Leonforte sono molti, dato che mancano certezze incontrovertibili eppure si insiste sulla sua necessità e si suggerisce di stare sereni contro le ipotesi terroristiche di chi vuole seminare il dubbio, ma c’è poco da stare sereni perché a pagare il prezzo del dissesto è ancora una volta la cittadinanza. “I precari verranno stabilizzati e nessuno sarà licenziato” è stato affermato, ma basta l’ipotesi di stabilizzazione riguardante anche i comuni in predissesto o dissesto? Sarebbe bello pensare di stabilizzare, in tempi di dissesto, chi attende la stabilizzazione da anni. Ripetere come fosse un mantra “che tanto le imposte, le tasse e i canoni patrimoniali sono già nella massima misura consentita dalla legge” non è rassicurante ed è superficiale dichiarare, che non ci sarà un ridimensionamento della pianta organica perchè l’ente dissestato deve deliberare, obbligatoriamente, la rideterminazione della pianta organica qualora sia numericamente superiore alle unità spettanti, sulla base del rapporto dipendenti/popolazione e Leonforte non ha la popolazione che vanta, da tempo ormai. La mancata prioritaria rideterminazione della pianta organica può costituire pregiudizio ai fini dell’emissione del decreto ministeriale di approvazione dell’ipotesi di bilancio. La rideterminazione della pianta organica deve ispirarsi a criteri di funzionalità ed efficienza nell’erogazione dei servizi, assicurando prioritariamente quelli indispensabili. Il dissesto è una iattura e non il male minore come pare di capire leggendo dichiarazioni avventate e questa non è un’interpretazione è un dato di fatto. l’ente dissestato deve contenere i livelli di spesa entro limiti di prudenza. La manovra tariffaria relativa ai comuni dissestati non può limitarsi all’applicazione delle tariffe massime di legge, gli enti sono tenuti a trasmettere all’Ufficio Risanamento Enti Dissestati presso il Ministero dell’Interno, tutti i provvedimenti adottati al fine di accelerare i tempi per le riscossioni e per l’eliminazione dell’evasione. Questo vuol dire controllo esterno e limite di azione. Un comune dissestato è un comune bisognoso di accompagnamento perché incapace di autogestirsi. Attaccare chi teme il dissesto è infantile perché vuol dire ignorare o non vedere quello che succederà nei prossimi anni.

Gabriella Grasso


n.d.r.: “
affollata” conferenza stampa del Sindaco sull’argomento: sembrerebbe che avvisato e presente solo il solito giornalista amico del primo cittadino


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