Presepe del Centro Salute Mentale a Nicosia

Se c’è un qualcosa che veramente vale la pena di vedere a Nicosia in questo strano 2020, questo è certamente il presepe presente nell’Androne Comunale. È un presepe posto lì, in un angolo, che accoglie chi entra, nel Palazzo di Città e che gli permette di soffermarsi guardandolo rapito per la ricchezza, nella sua semplicità, di messaggi portati con sé. Prima di tutti i creatori, ovvero il Centro Salute Mentale di Nicosia.

Ebbene sì, gli stessi che un anno fa hanno portato il loro presepe dal Papa. Il presepe della rinascita, quello di allora, il presepe della speranza quello di oggi. E, aggiungeremo noi, anche il presepe del coraggio. E dell’insegnamento. E del Silenzio. E potremmo continuare all’infinito perché tanti sono gli appellativi che ben andrebbero a confacersi all’opera. Il Centro Salute Mentale di Nicosia, con questo Presepe, ha forse fatto alla comunità il più bel regalo di Natale, non tanto per la bellezza, ma anche perché ha dimostrato che nonostante il Covid, nonostante le mille difficoltà, si può e si deve andare avanti. Si può e si deve credere ai sogni. E, come direbbe Walt Disney, se puoi sognarlo, puoi anche farlo. Questa comunità dovrebbe inchinarsi in religioso silenzio dinnanzi ad un’opera d’arte da leggere su più livelli. Un presepe esteticamente particolare, con la Sicilia, nostra terra, al centro circondata da tutto il mondo. Non è certo un messaggio di essere al centro del mondo. Tutti i punti della Terra, essendo una sfera (anche se in realtà è un geoide) sono fisicamente una sorta di centro. Ma la Sicilia diventa centro nel momento in cui la natività, principio primo, viene posta sulla Sicilia. Il potere, la grazia, la semplicità di un Bambino fa diventare centro anche la periferia del mondo e della storia (d’altronde anche Betlemme cos’era se non periferia del mondo?). Ma la Sicilia, per la sua conformazione di Isola, diventa barca e riecheggia quindi il monito di Papa Francesco su questo periodo in cui siamo tutti nella stessa Barca. Papa Francesco che diventa anche testimone e protagonista del Presepe nella sua funzione primigenia di Pastore a cui sono affidate le pecore del Signore. Affidate anche nei momenti più difficili, quando il nemico è alla porta o è per giunta dentro casa. Non dobbiamo, comunque, mai perdere la bussola e la speranza. Il Presepe della Speranza, della Salvezza che si ritrova non nei roboanti e chiassosi proclami trionfalisti di chissà che, ma nella semplicità delle piccole cose che, se qualcosa questo periodo può portare di positivo con sé, vengono riscoperte nel momento in cui il rischio di perderle diventa certezza. “Non sono mai stato così tanto attaccato alla vita” diceva Ungaretti davanti al commilitone ucciso. “Non siamo mai stati tanto attaccati alla normalità” potremmo ben dire oggi noi. Una normalità che in tempi passati avremmo potuto definire noiosa. Non vogliamo essere banali, ma la normalità, nostra ricchezza va vista nel mare, nel sole, la vita, l’amore, l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino e potremmo continuare snocciolando e canticchiando tutta “Meraviglioso” di Domenico Modugno. A tutto ciò noi possiamo aggiungere la bellezza della normalità di questo silenzioso presepe del Centro Salute Mentale di Nicosia. Regalatevi per quest’anno qualcosa di bello: andate a vedere questo presepe in silenzio. Poi uscite. Mentalmente ringrazierete tutti coloro che hanno fatto quest’allestimento perché lì avrete visto il vero messaggio del Natale, non le luci di un albero ultradecorato, ma il silenzio della semplicità.
Alain Calò