Enna verso i mini lockdown?

Enna verso i mini lockdown?

 di Massimo Greco

 L’ordinanza con la quale il Sindaco di Enna ha disposto la chiusura generalizzata delle scuole anche in assenza di un territorio comunale decretato “zona rossa” continua a dividere. Il DPCM appena firmato dal Presidente del Consiglio Draghi sembra fare chiarezza, ma ne parliamo con Massimo Greco.

 

Cosa dice di nuovo il DPCM a proposito delle scuole?

 

Stabilisce una chiusura automatica delle scuole per quei territori decretati “zone rosse” e per le altre zone arancione e gialla autorizza i poteri locali a ordinarne la chiusura qualora si raggiungano 250 casi ogni 100mila abitanti. In sostanza per un territorio come quello ennese dovranno esserci 70 casi accertati per almeno 7 giorni di seguito.

 

Alla luce di questi parametri l’ordinanza comunale non sembra conforme al DPCM…

 

No non lo è, e probabilmente sarà modificata nei prossimi giorni. Del resto le recenti strategie si muovono lungo due direzioni. Se i dati del contagio sono allarmanti le misure da adottare sono a carattere territoriale e generalizzato, se invece i dati sono a macchia di leopardo si preferisce l’adozione di misure mirate e selettive all’interno dello stesso Comune.

 

Cioè?

 

In assenza di “zona rossa”, in cui le limitazioni sono espressamente e normativamente previste, i poteri locali (regioni e comuni) potranno disporre con ordinanza limitazioni e/o chiusure mirate a cominciare dalle scuole.

 

… e quindi l’ordinanza del Sindaco troverebbe la copertura del nuovo DPCM?

 

No per almeno tre motivi, il primo perché non viene rispettato il parametro dei 250 casi per 100 mila abitanti, il secondo perché, come sostengono anche alcuni Ministri in queste ore, non ha senso chiudere tutte le scuole e mantenere aperti gli esercizi commerciali e i luoghi aperti al pubblico. Il terzo perché la chiusura delle scuole sembra essere di competenza della Regione.

 

Quale sarebbe la misura più corretta da adottare alla luce dei dati del contagio che comunque non sembrano confortanti per la città di Enna?

 

Se non si sfora il citato parametro numerico – alla cui base c’è un ragionamento scientifico del C.T.S. – i poteri locali dovranno adottare misure mirate, anche all’interno dei medesimi comparti. Non credo abbia un supporto scientifico la decisione di chiudere anche quelle scuole dove non si registra neanche un caso di positività al COVID. Di contro, opportuna sarebbe l’adozione di misure chirurgiche per i casi assembramento. Mercati settimanali, luoghi di aggregazione giovanile ecc…  E’ paradossale vietare ai ragazzi delle scuole superiori la didattica in presenza per poi vederli costipati in serata al Belvedere.

 

… quindi mini lockdown?

 

Esattamente, se i contagi non assumono il carattere territoriale, le misure radicali e generalizzate rischiano di generare danni ingiustificati alla popolazione cittadina. E per questo misure di mitigazione del rischio contagio più restrittive di quelle nazionali, tenuto conto della rilevanza del diritto all’istruzione e del contesto di socialità specialmente per gli alunni più giovani, dovrebbero essere motivate con dati scientifici evidenzianti il collegamento tra focolai attivi sul territorio e impatto dell’attività scolastica in presenza.