Banda specializzata dietro truffe online, anche ad Enna conto bancario alleggerito

Dietro quelle che potevano sembrare le solite truffe online isolate si celava una banda che riciclava il denaro ottenuto in un’attività di ristorazione a Roma, e che i carabinieri hanno identificato come “la banda dei castelli romani”. Sette persone specializzate in truffe online e riciclaggio. Tutte denunciate dai militari dell’Arma della stazione locale. Sono ritenuti responsabili di una trentina di colpi, eseguiti in meno di un mese, per circa 40.000 euro. Il ristorante sul quale riciclavano i soldi delle truffe, nonostante il lockdown, fatturava decine di migliaia di euro. Ora sono accusati di truffa aggravata e continuata e indebito utilizzo di carta elettroniche abilitate ai pagamenti. Ampio il loro territorio di azione: dalla provincia di Enna a quella di Bolzano. L’escamotage truffaldino era sempre lo stesso: i truffatori contattavano le vittime che avevano pubblicato annunci di vendita sul sito subito.it, oltre a mostrarsi interessati agli acquisti, si rendevano disponibili a pagare subito. L’unica richiesta avanzata era relativa al metodo di pagamento, concordato con la modalità della ricarica del conto attraverso l’utilizzo della postazione Atm.
In contatto telefonico con i truffatori, le vittime si recavano a eseguire le operazioni, ma anziché trovarsi accreditate le somme richieste si vedevano i conti alleggeriti. Gli introiti delle truffe venivano poi indirizzati a carte prepagate “madri” e quindi riciclati attraverso la ricarica di altre carte prepagate intestate ai componenti della banda. Tra novembre e dicembre del 2020 una trentina di persone in tutt’Italia sono state raggirate dalla banda.
Al termine di una complessa attività investigativa anche di natura telematica, i carabinieri hanno denunciato sette persone (di età compresa tra i 19 e i 51 anni) tra cui un ristoratore. Abitano tutti tra i Comuni di Velletri, Ciampino, Genzano e Castel Gandolfo. Devono rispondere dei reati in concorso in truffa aggravata, riciclaggio indebito, utilizzo di carta elettroniche abilitate ai pagamenti commessi nell’intero territorio nazionale. L’indagine dei carabinieri di è partita all’inizio dell’anno quando un cittadino di Canossa si è presentato in caserma denunciando di aver subito una truffa. Aveva messo in vendita un’auto chiedendo una caparra di 250 euro. Soldi che però gli erano stati prelevati dal conto. —