Covid. Cresce l’incidenza dei contagi tra i giovani: ma come mai?

Il Covid, questa piaga che abbiamo purtroppo imparato a conoscere in questi quasi ultimi due anni e che ha tremendamente colpito le nostre vite, non accenna a fermarsi. Nonostante i vaccini, i contagi stanno aumentando (comunque grazie agli stessi vaccini questi contagi sono in misura minore e il virus colpisce prevalente in forma grave i non vaccinati). Un dato che emerge è che in Sicilia, ma comunque un po’ in tutta Italia, sta salendo l’incidenza tra i giovani. Cosa di cui dovremmo stupirci? Assolutamente no. Questa testata ha, pur non avendo mille occhi, denunciato, attraverso lo spazio concessoci, esempi di cattiva condotta e non rispetto delle norme anti contagio. E seppur qualcuno come unica difesa chiama il “lo fanno tutti” o che siamo dei vecchi borbottoni, noi continueremo a farlo. Recentemente vi abbiamo parlato di diversi ragazzi (chissà se verranno presi provvedimenti dato che ci sono anche fotografie messe in bella mostra), mentre oggi non vi vogliamo parlare di un fatto particolare in sé quanto dello spirito che scatena questo fatto. “Lo fanno tutti”, a parte denotare la non maturità di chi dà questa risposta, la cosa grave è non soltanto che lo “facciano tutti” ma che peraltro lo fanno sotto i nostri occhi! Perché i social network, che sono spesso i luoghi da cui prendiamo in maniera semplicissima delle foto “poco ortodosse”, pullulano di esempi lampanti di nessun rispetto delle norme anti contagio. Andate a vedere i profili social di molte discoteche e vedrete tanti ragazzi assembrati senza mascherine, “vicini vicini” (citando un famoso programma) e poi non stupiamoci se il Covid continua a circolare. Dicendo così qualcuno potrebbe imputarci di voler azzerare la vita sociale o che ce l’abbiamo con le discoteche. Niente di più sbagliato (anche se ci pare inopportuno riaprire le discoteche anche sol per il fatto che stiamo vivendo periodi luttuosi), anzi siamo a favore di un graduale ritorno alla normalità, ma chissà se questa esperienza non ci permette di interrogarci su come stanno crescendo i nostri figli? Sono facilitati in tutto, non hanno ostacoli, strade spianate… in ultima analisi viziati talmente tanto da non comprendere che in ballo c’è la vita di tutti noi e dei nostri cari. Questa non è la gioventù bruciata, è la gioventù acefala in cui non si è riusciti a inculcare il valore della vita, che è una e che, una volta persa, nessuno la restituisce. Sono morti 5 milioni di persone con Covid nel mondo (andiamo per difetto). Abbiamo capito che è una roulette russa in cui non sappiamo come ciascuno di noi possa beccare l’infezione e in che forma (però poi ci spaventiamo tutti sulle rare reazioni gravi avverse nei vaccini), e i giovani giocano alla roulette russa? Ma stiamo scherzando? Che senso di responsabilità abbiamo dato a questi ragazzi? Che cosa gli è stato insegnato? Che giocare con la vita e con le regole è bello e lo è ancor di più se lo si mostra nei social? È giusto ed è sacrosanto che ai ragazzi sia concessa la ribellione (non sarebbero stati conquistati diversi diritti senza la ribellione), ma questo non è un tema su cui ribellarsi. Qui c’è in gioco la vita e ribellarsi (o fare i furbi per poi vantarsene) può portare alla morte.

Alain Calò