Enna. Dove osano le “aquile” del Med.Mez.

Dove osano le “aquile” del Med.Mez.
di Massimo Greco


Dalla “Grande guerra al crollo dell’Unione Sovietica”, dai “Fasci siciliani” alla “Cucina del Mediterraneo”, sono solo alcuni dei temi su cui si sta lavorando al Centro Studi Napoleone Colajanni Med.Mez. Nell’ambiziosa programmazione annuale delle attività per il corrente anno, non mancano le attività di studio dedicate al sociologo ennese come la “pièce teatrale” sulla quale stanno lavorando Salvo Fleres e Franz Cantalupo e le attenzioni verso il mondo della scuola all’interno della quale Monica Fastuca e Nicola Malizia porteranno gli insegnamenti di Colajanni. Nel frattempo, il Centro Studi ha acquisito nuove e interessanti adesioni dal mondo accademico, scientifico ed umanistico come Antonino Colajanni, Professore Emerito di Antropologia Sociale all’Università La Sapienza di Roma, il Professore Jean-Yves Freétigné, storico dell’Università di Rouen in Francia ed autore di più lavori sulla figura di Napoleone Colajanni, l’Avvocatessa Anna Valvo, docente ordinaria di Diritto Europeo all’Università di Catania, il Professore Francesco Sgrò, docente all’Università Kore, la Professoressa Maria Grazia Scarlata, concertista e docente di Pianoforte al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania, l’archeologa Ileana Contino che ha condotto campagne di scavo e ricerche in molte zone del Mediterraneo come a Cipro, in Francia ed in Turchia. Insomma il Centro Studi Med.Mez. è determinato “a volare alto” come un’aquila ed a mantenere elevato il livello della propria mission, quasi a volere sfidare il sentimento di rassegnazione all’impoverimento culturale che serpeggia tra i più. Elevati sono i toni, i temi e gli attori scesi in campo per affiancare un’idea, una prospettiva, una visione e perché no un sogno, quello di generare curiosità in un territorio e per un territorio in cui è ancora possibile “giocarsi la partita”. Non lo hanno formalizzato, ma le “aquile” del Med.Mez. sembrano essersi convinte che il nostro territorio potrà rialzare la testa solo con un massiccio piano d’investimenti in cultura, formazione e conoscenza. Non ci resta che incoraggiarle.