Nicosia: studenti decidono di spegnere i termosifoni della scuola (per un giorno) in solidarietà al popolo ucraino. Passarella?

Al freddo, come sono costretti a vivere ogni giorno i cittadini ucraini che subiscono l’invasione russa. Venerdì prossimo ragazze e ragazzi di un liceo di Nicosia, protesteranno facendo spegnere le caldaie dell’istituto, e invitano le scuole di tutta Italia a fare lo stesso.

Con ogni crisi ci sono i lati grotteschi. Sono quei lati che fanno vedere l’ipocrisia nostra. E nell’inferno dantesco gli ipocriti sono puniti indossando pesanti mantelli perché in vita coprirono, con il manto dell’ipocrisia, “altro” e quell’altro nella migliore ipotesi è la pochezza. E succede che in una scuola di Nicosia si decida di protestare contro la guerra in Ucraina, udite udite, staccando i riscaldamenti per un giorno. Ora, non ce ne vogliano i ragazzi della scuola che di questa storia sono le vittime di un mondo ormai tutto votato al fumo e poco all’arrosto (e compito della scuola sarebbe quello di far capire cosa sia l’uno e cosa sia l’altro e quale sia la parte più “di valore”), si capirà bene che anche a voler essere buoni, questa protesta è totalmente surreale e fine a se stessa se non per fare un po’ di tam tam sui social. Come, ci chiediamo (magari saremo un poco ritardati), una siffatta protesta può (non diciamo fermare una guerra) anche solo dare sollievo ad un solo ragazzo dell’Ucraina? Un ragazzo, che vede il proprio Paese, la propria città, il proprio tetto bombardato dai russi, che cosa se ne fa di sapere che, in uno sperduto angolo del Mediterraneo, una scuola giorno 11 marzo (con, peraltro, bel tempo) stacca per un giorno i termosifoni? Non sarebbe molto più felice se giorno 11 tutti noi facessimo una bella colletta di abiti e cibo da inviargli dato che la guerra glieli ha tolti? Che danno si fa alla Russia se una scuola, ma anche un paio di scuole, spengono i termosifoni (che magari già non funzionano di loro) per un giorno? Già sentiamo le lacrime di Putin! La verità è una e aveva ragione Pasolini (del quale ricorre il centesimo anniversario dalla nascita), ma come Pasolini tanti altri: siamo solo “figli di papà”: non conosciamo (per fortuna) le sofferenze, non conosciamo (per fortuna) le privazioni, non conosciamo (per fortuna) la guerra. E se una volta lo Stato si è permesso di chiedere sacrifici per la salute di tutti noi privandoci dei sabato sera o mettendo la mascherina, quanti ragazzi che “si degneranno” di rinunciare al riscaldamento erano in giro per le strade, ammucchiati nella movida senza mascherina? Chiedete ai vostri nonni, dato che il prossimo anno ricade l’80mo anniversario dello sbarco alleato in Sicilia e quindi quando la guerra è arrivata veramente qui, che giovamento avrebbero avuto se, dentro le grotte impauriti senza sapere se quella era l’ultima sera della loro vita che poteva essere cancellata da una bomba, avessero saputo che una scuola Neozelandese boicottava i wurstel? Cari ragazzi, non siate Voi, menti libere e vergini, passerelle per adulti. Loro hanno avuto il loro tempo e se oggi sfruttano Voi per avere un attimo di visibilità è perché hanno fallito. Non piegatevi ai loro giochi, non piegatevi ad essere succubi dei formalismi, del pensiero comune, di stare lì a soppesare cosa si può dire e cosa non si può dire per un like in più su facebook. Perché i like passano, dei “bravi” non ve ne fate niente, delle pacche sulle spalle ancor meno e l’endorsement di Ranucci che esponete come medaglia farà la fine di tutte le medaglie: dimenticata in un cassetto. Siate liberi e pensate con la Vostra testa. Il sistema scolastico ha deciso di venir meno al suo compito di formare gente libera preferendo di conformarsi. Siete, quindi, soli: ma non per questo non potete riuscire in questo arduo compito. Sappiate scegliervi i veri maestri, quelli che come i salmoni sono andati controcorrente, quelli che hanno dato la vita per i veri valori, quelli che vi dicono la cosa più basilare: per vivere bisogna mangiare. Date un pasto agli ucraini, non la notizia che avete sentito un brivido di freddo per mancanza di riscaldamento, loro sentono tanti brividi di paura! E studiate la storia: anche i non fascisti negli anni ’20 in protesta a Mussolini fecero tanto formalismo con l’ “Aventino”. Che cosa ottennero?
Quindi, ricordiamoci tutti: il conformismo ha dato gioco facile ai dittatori e le buone intenzioni sono quelle che lastricano la strada per l’Inferno.
Alain Calò

Ndr: Vi invitiamo (se lo ritenete) a donare il costo della pizza del sabato sera + bibita al popolo ucraino e magari tramite un prete di Calascibetta amico del vescovo di Kiev, ci dispiacerebbe – però – leggere sui social che il sabato sera non siete abituati a consumare anche una sola birra (andrebbe benissimo anche l’importo equivalente della bibita): in calce il link x chi vuole per mettersi in contatto con il Prete di Calascibetta. Scusate carissimi giovani se ci siamo permessi!

Calascibetta. Raccolta per l’Ucraina, un lungo filo di amicizia lega don Giuseppe Di Rocco e il vescovo di Kiev Oleksandr Yazlovetskiy