Enna: stoppato il Regolamento comunale per l’esercizio del gioco lecito

Enna. Dopo la riforma del titolo V della Costituzione approvata l’anno 2001, i Comuni sono considerati degli Stati ridotti in scala che rappresentano le rispettive comunità esponenziali. In forza di ciò, le materie su cui i Sindaci e i rispettivi Comuni non possono intervenire sono rimaste davvero poche. Per lungo tempo, la questione del gioco d’azzardo è stata ritenuta riservata alla competenza esclusiva dello Stato, inquadrandola nella materia ordine pubblico e sicurezza. Da qualche anno, questo orientamento è stato superato.

Stato, Regioni e Comuni concorrono, ciascuna nel proprio ambito, al perseguimento dello stesso obiettivo, costituito dalla materia salute. Tutte le regioni italiane sono intervenute, negli anni, con leggi che hanno disciplinato il gioco d’azzardo (l’ultima in ordine di tempo è stata la Regione Siciliana): lo scopo principale di queste leggi è quello di mettere in campo un freno alla diffusione del gioco sul territorio regionale. Al potere già riconosciuto dalla giurisprudenza in capo ai Comuni di limitare la distribuzione sul territorio delle sale da gioco, attraverso l’imposizione di distanze minime rispetto ai cosiddetti luoghi sensibili e di disciplinare gli orari delle sale giochi e degli esercizi nei quali siano installate apparecchiature per il gioco, la legge regionale siciliana approvata nel 2020 ha altresì abilitato i medesimi a prevedere, con apposito regolamento, forme premianti per gli esercizi e per i gestori di circoli privati e di altri luoghi deputati all’intrattenimento che scelgono di non installare o disinstallare nel proprio esercizio le apparecchiature per il gioco d’azzardo autorizzato. In provincia di Enna sono davvero pochi i Comuni che si sono dotati di un regolamento (tra questi il Comune di Leonforte) eppure il fenomeno è noto ed evidente a tutti. Nel Comune di Enna, la lodevole proposta di regolamento avanzata da un Consigliere comunale (Walter Cardaci) è stata stranamente frenata dalla maggioranza consiliare nonostante la stessa risulti dotata del parere di regolarità tecnica espresso dal dirigente del settore. Siamo certi che alla base di questa battuta d’arresto non ci sono interessi politici avversi alle finalità della proposta, ma vigileremo sulla vicenda.
Massimo Greco