Nicosia. Il circo delle meraviglie

Venghino, signori, venghino! A Nicosia è arrivato il Circo, che pare faccia una bella accoppiata con l’Epifania perché, anche stavolta, qualcosa vien portata via. Ma non si tratta qui delle feste, bensì di altro. Il Circo, che “allieterà” i nicosiani in questi primi giorni caldi di giugno, in questo momento non sta certamente allietando la popolazione e le giornate, già calde di loro, stanno diventando roventi perché dove è stato ubicato il tendone con tutto l’ “arsenale” circense di circostanza, sembra che qualcosa non sia proprio così “allietante”. Infatti, basta farsi un giro presso il campo Polivalente sito in c/da Fiumetto, ovvero il “luogo del delitto”, che vediamo, come direbbe Lucio Dalla, “qualcosa ancora qui non va”. Infatti, all’ingresso del campo polivalente era presente un sistema di alta ingegneria avanguardista per poter evitare ristagni d’acqua durante gli acquazzoni (quel territorio è abbastanza sensibile agli allagamenti), ovvero una cunetta (come si suol dire che le cose come si facevano una volta erano fatte bene). Ma dato che è arrivato il circo e, ben si sa, il circo è magico, la magia del circo ha fatto sparire la cunetta per il ristagno d’acqua coprendola con del terreno. Prima che qualche malpensante cominci a dire che con la cunetta coperta si rischia l’allagamento del campo, vi diamo noi la risposta: a evitarlo vi sarà il metodo naturale degli ippopotami che berranno l’eventuale acqua. Infatti, come si può vedere in una foto, ecco qui un classico esempio di ippopotamo che sta tranquillo tranquillo sopra il morbido rivestimento del campo d’atletica. Qualcuno ci fa notare che in realtà è un pesantissimo mezzo che rischia di compromettere il rivestimento stesso. Ma a questi rispondiamo di informarsi bene nei riconosciuti manuali di zoologia del Burkina Fasu dove troverà che questa particolare razza di ippopotami altro non sono che l’Autobottus dacquam, un mammifero (peccato che è un articolo scritto altrimenti avremmo già fatto partire la sigla dei documentari) molto comune negli habitat industriali, con una pelle coriacea chiamata dagli studiosi del settore “metallo” e che può arrivare a pesare a pieno carico diverse tonnellate (sui riti di accoppiamento della specie vi rimandiamo ad altre riviste specializzate).
Accanto a queste ci sono altre diverse segnalazioni che non stiamo qui a snocciolare perché altrimenti tedieremmo tutti quelli che, vecchi e bambini, uomini e donne, fremono di andare al Circo e non perdere tempo con noi. E siccome l’Italia è notoria per essere il paese della burocrazia, quello dei “cinquanta concorsi, novanta domande e duecento ricorsi” non vogliamo neanche pensare i salti mortali (ed essendo circo ci può stare) che abbiano fatto tra i vari uffici per poter fare tutto ciò. Ci è stato, comunque, comunicato che l’Amministrazione sta vigilando affinché non vi siano danni e che venga ripristinato il luogo, a fine manifestazione, a come era prima Noi, ovviamente, controlleremo pure e vi daremo notizia, ma ci permettiamo di porre alla vostra attenzione un’ultima obiezione: il Circo è un luogo in cui vi sono animali messi in gabbia. Questi poveri animali soffrono per la loro mancanza di libertà. Potranno avere tanti pasti al giorno, potranno essere “al sicuro”, ma nulla può sostituire la bellezza di essere liberi. E capiamo che magari andare al Circo non è un divertimento ma è una solidarietà verso questi poveri animali perché anche noi, pur se non le vediamo, siamo “ingabbiati” negli stereotipi e nell’ “occhio della gente” della società. E pur ben sapendo che nessuno va al Circo con questa mentalità (ci abbiamo provato a giustificare l’andare al Circo) ma solo per dilettarsi a spese di altri animali, noi vi diciamo che se proprio volete divertirvi a vedere bestie e clown basta farsi un giro tra gli esseri umani senza dover scomodare altra fauna.
Alain Calò