Riserva naturale Pergusa trasformata in laboratorio di Educazione allo Sviluppo Sostenibile

La Riserva Naturale Speciale del lago di Pergusa, nei giorni scorsi, si è trasformata in un laboratorio di Educazione allo Sviluppo Sostenibile per gli studenti di Scienze della Formazione Primaria dell’Università “Kore” di Enna, condotto dalla loro docente di Didattica delle Scienze, Rosa Termine.
“Le Aree Naturali Protette, oltre a costituire un patrimonio inestimabile per la conservazione della biodiversità, contribuiscono – dichiara la biologa Rosa Termine – anche alla divulgazione dei temi della tutela ambientale e rappresentano strumenti efficaci ed indispensabili per programmi didattici e formativi sullo sviluppo sostenibile”. Gli Studenti hanno anche visitato l’approdo “Luigi Razza”, risalente al 1936, ed il Parco Proserpina. Poi, lungo il percorso naturalistico “Riva dei Giunchi” (che, snodandosi in piena “zona A” della Riserva hanno potuto osservare, attraverso binocoli e cannocchiali, diverse specie di uccelli, tra cui: il Germano reale, il Moriglione, il Mestolone, l’Alzavola, la Canapiglia, la Folaga, la Gallinella d’acqua, oltre a diversi limicoli, come il Piro piro boschereccio; inoltre, hanno potuto ammirare 80 Fenicotteri rosa, numero già ridotto rispetto a qualche giorno prima in quanto il primo contingente di 110 individui è appena partito per raggiungere l’Africa. Gli Studenti hanno pure sperimentato il “digiscoping”: un metodo fotografico che prevede l’uso di un potente cannocchiale e dello smartphone per catturare, a grande distanza, immagini di animali così da non arrecare loro disturbo.
Focalizzando lo sguardo su pezzi di natura che spesso vengono ignorati, anche dal punto di vista botanico, la Riserva ha destato l’interesse dei partecipanti che hanno potuto apprezzare i colori dell’autunno, tra cui il rosso-bruno del Sommacco siciliano che in questo periodo punteggia le colline pergusine, il rosso vivace dei frutti della Rosa canina e le differenti sfumature di giallo del Ranuncolo rosulato e dello Zafferanastro giallo. Con le attività espletate, questi futuri insegnanti delle scuole dell’infanzia e primaria hanno potuto sperimentare come un’Area Naturale, quale particolarissimo spazio all’aperto, può trasformarsi in un luogo dove gli alunni non solo possano ulteriormente giocare e relazionarsi con i compagni, ma possano riavvicinarsi alla natura per riconquistare il rapporto con essa. “Sono ormai tante le ricerche – evidenzia Rosa Termine – che dimostrano gli effetti positivi dell’Outdoor Learning, infatti l’esperienza all’aperto sostiene ad ogni livello il benessere, oltre che la socialità del gruppo dei pari; inoltre, dato che tutti i sensi vengono stimolati a lavorare a differenza di quanto avviene al chiuso, le attività all’aperto permettono all’insegnante di notare con più facilità interessi, attitudini e competenze dei bambini, che spesso rimangono quasi nascosti negli spazi abituali, e di conseguenza adattarvi le metodologie didattico-educative”.