Operatore socio-sanitario violentò disabile all’Oasi di Troina, pena ridotta in appello

La Corte d’appello di Caltanissetta ha ridotto la pena inflitta in primo grado all’operatore socio – sanitario che due anni fa abusò sessualmente di una ragazza disabile all’interno dell’Oasi di Troina, dove lavorava. La giovane, a seguito della violenza, rimase incinta. Da 10 a 7 anni 6 mesi, rispetto al primo grado, la pena inflitta all’operatore, allora trentanovenne. I giudici hanno anche revocato la misura di sicurezza della libertà vigilata, dopo che avrà scontato la pena. L’accusa in primo grado aveva chiesto una pena ancor più severa, 14 anni per violenza sessuale aggravata “dall’aver commesso il fatto ai danni di una donna disabile e nel momento in cui la stessa era a lui affidata”. Il condannato, reo confesso, era stato sottoposto a fermo dagli agenti della Squadra Mobile di Enna il 7 ottobre 2020. Attualmente è ancora in carcere. Secondo quanto ricostruito, avrebbe approfittato di un attimo di distrazione dell’infermiere di turno per abusare della donna, la quale ovviamente, per via della sua grave disabilità, non poteva aver dato il proprio consenso.

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Confermata la paternità dell’operatore sanitario che violentò disabile all’Oasi di Troina