Enna. L’Università Kore a “C’è posta per te”

Enna. L’Università Kore a “C’è posta per te”
di Massimo Greco

“Mi ritorni in mente bella come sei, forse ancor di più”, canticchiava il nostalgico Lucio Battisti che, per l’occasione, aggiungeva il ritornello “come ti vorrei, come ti vorrei…”. Sembra proprio questo il contesto in cui si registrano alcune vicende della politica locale interessate dalla complessità delle scelte da fare in ambito sanitario ed universitario. La prospettiva, tutt’altro che lontana, di realizzare il Policlinico universitario al centro della Sicilia, ha risvegliato alcune coscienze in ordine alla capacità di crescita dell’Università Kore e all’autorevolezza che alla stessa viene riconosciuta in ambiti politici ed istituzionali. E poiché Lucio Battisti piace anche a noi, ci ritornano in mente i fiumi d’inchiostro che abbiamo utilizzato nel tentativo di aprire gli occhi ad una classe dirigente inadeguata ad affrontare determinate tematiche. “Anomala fuga dal Consorzio Ennese Universitario”, “suicidio”, “pazzia collettiva”, “paradosso”, sono solo alcuni dei concetti da noi utilizzati nel 2015 per stigmatizzare l’abbandono di tutti gli enti locali che contribuirono a fondare la nascita del quarto ateneo siciliano. Una miope classe dirigente che, con rara incoscienza, abbandonava la sua creatura al proprio destino, ed incurante del fatto che la stessa poteva diventare oggetto del “Ratto di Kore” (secondo solo al “Ratto di Proserpina”). Tentativo, peraltro, promosso da ambienti della costa ionica e poi fortunatamente sfumato a seguito di una ferma risposta immunitaria di chi aveva a cuore le sorti della conquistata autonomia universitaria.




A distanza di tanti anni, in cui la Kore è riuscita solitariamente a diventare maggiorenne ed a brillare di luce propria, i nostalgici di Lucio Battisti si rivolgono a Maria De Filippi nel tentativo disperato di essere invitati alla nota trasmissione “C’è posta per te”, per riallacciare uno sfilacciato “rapporto sentimentale” con la figlia abbandonata. E così come avviene tradizionalmente in questa trasmissione, anche noi tiferemo per una riappacificazione a condizione però di udire gli smemorati protagonisti di questa triste storia familiare canticchiare il ritornello di Caterina Caselli, “perdono, perdono, perdono…”.

link (vedi pure):

L’anomala fuga dal Consorzio Ennese Universitario