Nicosia. Notevole successo per la prima serata della VI edizione de “Le Giornate di Davì”

A Nicosia finalmente sono ritornate “Le Giornate di Davì”, quest’anno giunte alla loro sesta edizione e, dopo la fase online a causa del covid, nuovamente in presenza all’interno dell’incantevole androne del Palazzo di Città. E quest’androne è stato letteralmente colmo di gente che ha potuto assistere ad un evento importantissimo come dal lontano 2016 siamo stati abituati dalla grande rassegna libraria ideata da Aldo La Ganga.

Eventi mai banali e con l’intento di elevare al massimo la libertà di opinione, del confronto e del pensiero divergente. Quest’anno si è cominciato con uno dei più grandi misteri della Repubblica Italiana, ovvero l’uccisione di Enrico Mattei, presidente dell’Eni, morto tragicamente per un incidente aereo nel lontano ottobre 1962. Una figura molto sentita nell’entroterra siciliano, basti pensare che Mattei muore sull’aereo preso dopo aver fatto visita ai comuni di Gagliano Castelferrato e Nicosia. Dopo l’introduzione all’evento condotto da Alain Calò e il saluto istituzionale offerto dal Presidente del Consiglio Comunale Maria Letizia D’Amico, si è entrati nel cuore del convegno magistralmente condotto da Piergiacomo La Via, già sindaco di Nicosia e protagonista importante della rassegna.

Ad intervenire sono stati il giornalista Giuseppe Oddo già inviato per il Sole24Ore, Vincenzo Calia, già magistrato che si è occupato del caso Mattei, mentre collegati da remoto sono intervenuti il sindaco di Gagliano Castelferrato, il giornalista e saggista Paolo Morando e il professore della Nouvelle Sorbonne di Parigi Riccardo Antoniani. Con i loro interventi, appassionati e coinvolgenti tanto da tenere incollato il pubblico oltre le due ore, sono stati ricostruiti gli ultimi giorni di Mattei, le indagini e le ipotesi sull’eventuale attentato al presidente dell’Eni e sulla figura di Cefis, che ha giocato un ruolo chiave in quegli anni. Il pubblico è potuto intervenire anche con domande e osservazioni che hanno permesso ai relatori di approfondire diversi aspetti della vicenda e dare qualche elemento in più su quello che è a tutti gli effetti un grande mistero italiano.
Ma la rassegna non finisce qui, infatti già questo sabato si terrà un’altra importante presentazione tutta al femminile per poi continuare il 15 aprile e infine il 6 maggio.

La rassegna mostra di essere più viva che mai. L’importante impegno di Aldo La Ganga testimonia che c’è ancora speranza di una cultura veramente libera, non legata a pregiudizi o ad interesse di parte, scevra da qualunque potere di padrini e padroni e lontana da un pensiero unico che si vorrebbe porre dall’alto a suon di veline o assurdi marchingegni per indirizzare l’opinione pubblica.




E forse per questo che la rassegna negli anni ha ricevuto anche violenti attacchi, fino a veri e propri appelli al boicottaggio da parte di alcune frange di potere che mostrano, così facendo, la loro pericolosità e il loro vero volto di esseri totalitari. La rassegna diventa quindi cura e scudo contro chi vuole imporre il proprio pensiero attraverso la collettiva ignoranza. Diventa palestra per rafforzare le menti, perché le menti deboli chiedono l’uomo forte. E questo noi non dobbiamo permetterlo.