Nicosia. I melograni sì, gli ascensori no!

Dopo il supporto che abbiamo voluto dare ad una locale accozzaglia di notizie che non ha saputo ben valorizzare una notizia di tutto punto per le sorti mondiali, ovvero la piantumazione di un melograno, notiamo che diversi altri si sono cimentati a porre l’attenzione su un problema di certo più interessante (ma il melograno resta il melograno!) quale l’ascensore di via Bernardo di Falco che, nonostante sia stato inaugurato in pompa magna, sta là fermo, ma proprio fermo dato che non funzionerebbe ancora. Molti stanno sollevando il problema e quindi ci aspettavamo che anche la corazzata/accozzaglia di notizie locali si prestasse a dare il proprio contributo… ma niente, anche loro fermi (non è che sono rimasti dentro l’ascensore?).
E vabbè, forse si sta attendendo la nostra “riscrittura” della notizia in modo da poter, dopo il melograno, rendere più accattivante la notizia. Forza, andiamo in ausilio! Scriviamo l’articolo così:
“Nella fulgida giornata di non ci ricordiamo quale giorno, storicamente scolpita nel cuore di ciascun nicosiano, tutto il gotha dei rappresentanti locali si è riunito per poter inaugurare il nuovissimo ritrovato che rigenererà lo spirito nobile nicosiano rendendo più efficiente la vita nel territorio patrio. Il modernissimo creato, ovvero un ultra velocissimo ascensore, collegherà la parte bassa del parcheggio dell’Educatorio alla parte alta della città produttrice e viva nella gioia del lavoro. La velocità del modernissimo ascensore competerà con i moderni lanciatori, quindi attento Superman, un qualcosa più veloce di te è arrivato! Ma un non ben specificato nemico del suolo patrio – al servizio dei plutocratici – ha corrotto la benignità del modernissimo ritrovato e il povero nicosiano non potrà usufruire dell’ascensore perché non funzionante! Ma il nicosiano, con un gagliardo me ne frego, ignorerà il moderno ritrovato da pantofolai e da quelli ai quali piace la vita comoda, e in ottica di mens sana in corpore sano preferirà salire con la stessa velocità, anzi di più, dell’ascensore non ascendente, le scale che lo separano dalla società! E quando si scende recitar i versi del Montale presenti d’ora e in avanti nel cuor di ogni nicosiano “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”. Viva Nicosia, l’ascensore di Montale e il melograno di Carducci!”
Vedete! È facile mettere un poco di pathos nel dire che l’ascensore di Nicosia è una cosa che ad oggi non serve a niente e che quindi bisogna attenzionare il tutto anche perché un’opera pubblica fatta con soldi pubblici che ha una certa funzione (salire e scendere) deve quantomeno salire e scendere per un determinato tempo.




Vero che siamo in Italia e quel determinato tempo è sempre il meno possibile, ma arrivare proprio ad annullare il tempo o facciamo delle considerazioni di tipo relativistico oppure bisogna correre a sistemare quella specie di colonna monumentale la cui funzione non è certamente da ornamento.
Comunque sia, aldilà dell’ascensore, capiamo bene che ognuno ha le proprie scelte di notizie e quindi un melograno piantumato è 5000 volte meglio (vabbè, facciamo che per sta volta è per 2500 volte meglio, gli altri 2500 a fine anno) di un ascensore che non funziona, però se si vuole assurgere a paladini di non si capisce quale campo (forse a chi la spara più grossa nel contesto delle mezze verità) quantomeno se si vuol far credere di essere liberi ogni tanto un colpo al cerchio (il melograno, moderna chiave di lettura del piatto di lenticchie) deve seguire un colpo alla botte (l’ascensore).
Alain Calò

Riportiamo per maggiore comodità il precedente articolo:

Gli scoop a Nicosia: piantumato un melograno!
Vero che Nicosia, essendo un comune nell’entroterra Siciliano e quindi ben lontano da Eboli in cui si fermò Cristo, è praticamente dimenticata da Dio e quindi difficilmente succede qualcosa di interessante, ma è anche vero che non si può certamente far passare per notizia un qualcosa che, per quanto lodevole, appartiene più ad un giornalino scolastico, a furia di confondere il giornalismo per una mega accozzaglia di notizie spesso insulse per qualche visualizzazione (ergo monetizzazione) in più, a breve non ci troveremo anche tra le notizie più importanti che Tizio ha fatto una buona torta di mele per la prima volta, Caio si è dichiarato a Sempronia e lei gli ha detto sì oppure che venga piantato un albero. Ops, sull’ultima ci siamo arrivati e anche non credendoci che possa essere visto come scoop giornalistico una cosa del genere, è successo: signori, piantate alberi e fatevi fare l’articolo! Però, leggendo quanto pubblicato, ci è sembrato un po’ scialbo. Ci permettiamo, proprio per dare maggior risalto allo scoop, alla sacralità dell’evento e a far capire che non è la solita piantumazione dell’albero ma un grande evento per i destini della patria da meritare un articolo, cerchiamo umilmente di riscriverlo noi col giusto pathos. Facciamo così:
Nella giornata dal lunedì 20 marzo, dopo il riposo domenicale dello spirito e del corpo, il primo cittadino del comune di Nicosia si è presentato all’ora segnata dal destino presso un istituto di educazione/formativa, invitato per un evento chiave per i destini del mondo contemporaneo. Ad accoglierlo una folla festante di pargoli figli della patria estasiati dell’essere quel giorno protagonisti di un evento storico. A testimoniare l’emozione del momento, una furtiva lacrima sgorga dall’occhio sinistro di una educatrice e in quella lacrima c’è racchiusa la gioia di poter dire “io c’ero”! Dopo un momento di sano intrattenimento con la prole della Patria, futura generazione che guiderà il nostro Paese tra le insidie del futuro, e dopo che il primo cittadino ha risposto ad estenuante interrogatorio fatto dalle docili domande dei pargoli, tutti insieme, ovvero primo cittadino, pargoli ed educatrici si sono radunati presso un appezzamento verde donatoci da madre natura e lì, dopo la preparazione del momento precedente, finalmente hanno preso per mano la storia e l’hanno gagliardamente cavalcata da protagonisti. Un albero di melograno dai bei vermigli fior, del valore oscillante tra 500-1000 centesimi di euro (ma noi diciamo me ne frego alla logica plutocratica), generosamente donato da chi ha voluto dar contributo alla storia, è stato piantumato attraverso una buca scavata col sudore di un operaio patrio che quella sera è tornato a casa orgoglioso del proprio contributo alla storia. E dopo la piantumazione, si è deciso di nutrire il nuovo arbustello della storia con il preparato del monossido di diidrogeno non riscaldato (altrimenti era scoperta da premio Nobel) ma a temperatura ambientale, linfa vitale per lo sviluppo felice e gioioso del piantumato. La giornata volge al termine e tutti i convitati alla storia si lasciano gioiosi sapendo di essere stati protagonisti di un evento importantissimo scolpito nei cuori e sancito dal vento che nel mentre sembrava soffiare i versi del Carducci “L’albero a cui tendevi la pargoletta mano il verde melograno da’ bei vermigli fior!”




Ovviamente sia chiara una cosa: è certamente un bel gesto quello attuato dal Sindaco Bonelli e dei ragazzi e insegnanti della scuola di aver creato un momento di convivialità in cui il Primo cittadino ha incontrato i ragazzi e insieme si sono resi partecipi di un’attività all’aria aperta. Ma, infatti, la nostra critica non è certamente rivolta al loro operato. Ma non si può far passare per notizia una cosa del genere, perché notizia non è se non da relegare a qualche giornaletto scolastico. Ora, tranne ultimi aggiornamenti, non sappiamo esistere un giornaletto scolastico e già anche il sol fatto di aver pubblicato una “non-notizia” del genere da parte di chi sbeffeggiava come una non notizia certi dubbi legittimi sulla rotonda o su una cittadinanza onoraria, ha certamente danneggiato l’evento agli occhi di tutti che, tra sghignazzi e altro, vedendo che ora si pubblicano anche queste cose, hanno pensato che manca solo di pubblicare a breve anche quante volte un comune cittadino va in bagno.
Alain Calò