Nicosia: quando la Monarchia vinse con quasi l’80% il referendum contro la Repubblica

NICOSIA: QUANDO LA MONARCHIA VINSE CON QUASI L’80%
IL REFERENDUM CONTRO LA REPUBBLICA

Le radici spiegano sempre tutto
di Aldo La Ganga


Sono trascorsi quasi settanta anni dal referendum istituzionale del Giugno 1946, quello che vide gli italiani scegliere tra Monarchia e Repubblica.
Un voto che fa ancora discutere, soprattutto fa discutere l’altissima maggioranza monarchica dei meridionali.
Un dibattito che continua ad interessare storici, economisti e sociologi….
Un momento particolare, per Italia che usciva da una dittatura e dalla guerra di resistenza, e che nonostante questo, con apparentemente e incomprensibile decisione i meridionali votarono per il mantenimento della Monarchia a discapito della Repubblica.
Almeno due sono state le ragioni di questa scelta.
Prima ragione fu il retaggio storico del Sud, storicamente legato alla forma monarchica e poco incline a quella repubblicana. Nella povertà acuita dalla precoce liberazione del Sud e nella totale incertezza sulle sorti del Paese, la continuità dell’istituzione monarchica sembrò per tantissimi una soluzione più opportuna e rassicurante, anche perché il Meridione aveva “ limitatamente” partecipato alla guerra di liberazione, combattuta soprattutto nelle regioni del Centro-Nord.
Del resto, a pochi interessava fare dei salti nel “buio” in un momento di grandi stenti e terribile poverta. Sostanzialmente tutto era mosso da “meglio il cattivo conosciuto che il buono a conoscersi”.

Secondo fattore, che ha inciso non poco sulla maggioranza bulgara dei monarchici meridionali, fu rappresentato dai grandi potentati economici e sociali che sostenevano il potere costituito e i monarchici , formato da baroni, chiesa, nobili, possidenti terrieri , malavitosi e tanto altro.
A tutto questo va aggiunto la percezione da parte dei siciliani che il disastro provocato dalla guerra era stata frutto dalle volontà di Mussolini. Dunque, il bisogno primario non è un mondo nuovo ma il ritorno a quello che c’era prima del fascismo. E in Sicilia e nel Sud quello era il periodo dei notabili: grandi professionisti, grandi proprietari terrieri riprendono il loro ruolo sociale.
A tutto questo si è allineata anche la città di Nicosia.




I cui risultati li potete leggere nella foto sopra riportata.
Questo voto fa comprendere pienamente il presente. Ecco perché oggi siamo infestanti da una Piramide con anellini massonici, rotonde con stemmi baronali, la quasi “beatificazione laica” del barone eversivo Stefano La Motta, patrocinio di convegni di associazioni con chiare simpatie reazionarie, si fanno vestire scolaresche con abiti nobiliari locali, per promuovere la nobiltà e dimenticare i poveri… si potrebbe continuare….
Adesso si spera sia tutto più chiaro, niente avviene per caso.