Nicosia. Perchè dire no all’hub logistico-addestrativo militare è una questione morale

Nicosia. Vabbè, si capiva che sarebbe finita in caciara tutta questa storia dell’hub logistico-militare e che ormai non si discute più tanto sul fatto in sé quanto sul chi ha applaudito e chi no e sul fatto di introdurre nuove razze ornitologiche nella fauna locale. Fermo restando che, come da precedente articolo, con ironia abbiamo espressamente bocciato l’operato politico da entrambe le parti perché una cosa è l’argomentazione pacata, un’altra cosa è l’insulto a volte personale e anche la caciara, proviamo noi a fare le obiezioni pacate e argomentate sul perché un hub logistico militare in questo territorio “non s’ha da fare né ora né mai”, evitando la “guerra tra poveri”, alla luce del fatto che una vecchia strategia militare si basava sul “divide et impera” e mentre qui si discute su chi ha applaudito chi e su chi ha informato chi la moderna Sagunto, ovvero la bellezza del nostro territorio, viene espugnata.
Sulla questione rumore: uno sparo di una pistola certamente non si sente a 4km di distanza quindi l’allarmismo è certamente da calare. Però è anche vero che ogni tipo di arma ha delle caratteristiche particolari che, in base a queste caratteristiche (non tanto il calibro quanto ad esempio la velocità di uscita del proiettile) può produrre un certo tipo di rumore (cosa che se si ha una preparazione in arte bellica o, senza essere militari, in gasdinamica si può ben valutare), quindi non è vero che a prescindere un’arma militare non possa produrre rumore udibile a 4km di distanza (pensate, senza cadere nell’ovvietà del nucleare, alle armi ipersoniche tristemente note nella guerra in Ucraina… e quelle producono molto rumore!). Magari nel nostro territorio non verranno utilizzate queste armi, però, dato che è un preliminare, magari nell’accordo definitivo (sperando, comunque, che non ci sia) si potrebbe inserire la clausola di utilizzare nel territorio solo armi a bassa intensità di rumore.
Sulla questione salute: anche qui (togliendo l’esempio della bomba atomica) dipende tutto dal tipo di arma utilizzata (e un principio medico dice che “prevenire è meglio che curare”, quindi anche qua nell’infausta ipotesi che si arrivi a firma vincolante, almeno si metta una postilla per evitare armi direttamente dannose per la salute umana), certamente, se vogliamo ampliare il nostro raggio al concetto filosofico di “salute ambientale” è indubbio che una concentrazione di mezzi militari (che non vanno ad elettricità) portano inquinamento, è indubbio che aldilà di tutto si stravolgerà l’ecosistema del territorio ceduto perché questi stessi mezzi dovranno essere parcheggiati e quindi, magari, ulteriore cementificazione del suolo (e anche se non ci fosse cementificazione, livellamenti e modifiche del suolo).
Sulla questione turismo e ripopolamento: fermo restando che sarebbe interessante capire quanto sarà effettivamente il numero di questi militari (prima pochi poi molti, vabbè che il concetto di mucchio è filosofico), ma se il territorio dato in concessione non rientra in quello di Nicosia ma di Sperlinga e Gangi, non pensate che gli altri due Comuni cercheranno di attirare maggiormente questi eventuali “stanziati” da loro sol per il fatto che, a ragione, hanno concesso più di Nicosia? E poi si crede veramente che delle esercitazioni che dovrebbero tenersi da aprile a ottobre, ma comunque il fatto dell’ “intermittenza” della presenza di questi militari (che, come tutti i militari, “ruoteranno” di volta in volta) possa portare questi a pensare di stanziarsi nel territorio ospitante? Ma ancor di più, la presenza di militari non comporterà la perdita del turismo di chi è antimilitare fino al midollo?
Non riusciamo a comprendere una cosa: da più parti, basta fare delle ricerche online, dove ci sono hub logistici-addestrativi, dove si spara ecc. ecc., la popolazione non sta “saltando di gioia” e ci sono parecchie proteste in tutti questi posti. Ma la domanda che ci poniamo è la seguente: ci hanno tolto il tribunale, ci hanno tolto la rappresentanza politica perché con le nuove leggi praticamente non contiamo nulla, nell’ottica generale siamo la periferia di Sicilia e giusto giusto nella periferia di Sicilia dovrebbero venirci a dare una fonte di ricchezza che cambierebbe le sorti dei nostri Comuni? La prima Troina non avrebbe fatto il diavolo a 4 anche solo per entrare nell’accordo?
E poi quella che noi riteniamo la questione principe ma che, purtroppo, non ha sollevato praticamente nessuno (e questo fa comprendere il livello tutto votato alla “guerra tra poveri”). La strategia di guerra, lo vediamo nella guerra russo-ucraina ma lo possiamo apprendere dalla Storia, è che in un conflitto bellico, prima di rivolgere le armi verso i civili si vanno ad attaccare gli appostamenti militari presenti nel territorio nemico per indebolire la controparte. All’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, abbiamo avuto tutti il fiato sospeso su Sigonella, bersaglio ghiotto che, aldilà di tutto, dista dal nostro territorio diverse decine di chilometri. Ora che ci mettiamo l’hub logistico in casa, peraltro con la volontà di espandersi, in un momento storico in cui regna l’incertezza in campo geopolitico (e nessun sindaco o grifone africano può non escludere ad oggi un’escalation militare), tutte le diatribe sui punti precedenti vanno a morire, perché le armi a lungo raggio (e continuiamo a non parlare di bomba atomica) non solo fanno rumore, non solo sono pericolose per la nostra salute (anche alla luce del fatto che 4 Km non sono nulla, si chiama “ellisse dell’incertezza”, anche all’esempio storico di Regalbuto bombardata per sbaglio rispetto a Troina), ma sicuramente risolverebbero la questione ripopolamento… sì, ma dei cimiteri!
Per tutto questo, detto senza offendere qualcuno, senza mostrare interessi di parte o passibili di essere inseriti in qualche classe ornitologica, ma solamente attraverso lo strumento dialettico e argomentando pacatamente la tesi, portando argomento a favore di essa e mettendola alla prova con l’antitesi e argomenti a favore dell’antitesi, bisogna dire NO all’hub logistico militare nei nostri territori.
Alain Calò
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Nicosia. Cronache dal fronte: focolai antirivoluzionari all’orizzonte