Enna. Il difficile ritorno delle Province in Sicilia

Enna. Il difficile ritorno delle Province in Sicilia
di Massimo Greco


Il dibattito sulle politiche differenziate di area vasta e sul modello istituzionale più adeguato a farsene carico, che si è sviluppato ieri all’Università Kore in occasione del convegno promosso dall’Associazione Siciliana Enti Locali ha prodotto alcuni punti fermi che vale qui la pena sottolineare nella speranza che i detentori della “decisione pubblica” possano farne buon uso. La prima, che la riforma dell’ente intermedio è stata una scelta di politica pubblica animata dal clima di “caccia alle streghe” che ha caratterizzato gli anni del populismo. La seconda, che le politiche differenziate di area vasta sono le sole che possono contribuire seriamente ad arginare il fenomeno dello spopolamento e della decrescita delle aree interne. La terza, che nell’architettura istituzionale deve necessariamente trovare posto un ente di area vasta che, oltre ad esercitare le relative funzioni, sia in grado di promuovere e coordinare tutte le politiche di area vasta promosse dai diversi attori. La quarta, che la contro-riforma dell’ente intermedio siciliano non si risolve con l’introduzione dell’elezione diretta dei suoi organi organi di governo. La quinta, che l’attesa abrogazione della legge statale Delrio non è bastevole per introdurre l’elezione diretta nel liberi consorzi comunali visto che la Corte costituzionale ne ha già acclarato l’incompatibilità anche con l’assetto ordinamentale previsto dall’art. 15 dello Statuto siciliano. La sesta, che le forze politiche, comprese quelle di governo, sembrano non avere ancora maturato la giusta consapevolezza per approcciare correttamente il tema nell’ambito di un riordino complessivo delle autonomi locali.