Nicosia. Hub logistico addestrativo: i giovani facciano sentire la loro voce

La Triplice Alleanza tra Gangi, Nicosia e Sperlinga ha partorito un obbrobrio che porterà a vincolare 3000 ettari (espandibili) per la creazione di un hub logistico-militare. Un coro pressoché unanime e trasversale si sta esprimendo sulla totale contrarietà a questo accordo che a fronte di un “probabile” vantaggio economico (la guerra e tutto ciò ad essa connessa non porta vantaggi) ci sono macigni di negatività a tale accordo. Ben lo sanno le popolazioni di Teulada e Capo Bianco, ben lo sanno tutti coloro che hanno la sfortuna di vivere accanto ad un siffatto obbrobrio. Chi ha fatto quell’accordo dice di essere stato mosso dall’interesse per la propria comunità. La comunità si sta esprimendo compatta a dire che il proprio interesse è ben altro e lo dimostra il fatto che una petizione contro siffatto accordo ha raccolto in poche ore più firme degli abitanti (addirittura doppiandolo) del Comune dove è stata firmata quell’Alleanza! Lo dimostra il fatto che un sondaggio di un locale blog in poche ore con quasi 300 voti vede una maggioranza schiacciante del 90% contro la militarizzazione del territorio! Lo dimostra il sussulto di dignità democratica delle tre popolazioni coinvolte che si riuniscono in comitati e che portano a Consigli Comunali aperti al pubblico. Noi ci auspichiamo che adesso venga data la parola ai giovani e vi spieghiamo perché: l’interesse di una comunità con un vincolo trentennale non può essere fatto a cuor leggero e neanche da persone che abbiano superato i 50 anni che hanno comunque vissuto gran parte della loro vita e della loro professionalità. Un siffatto accordo, un siffatto vincolo deve essere valutato con le generazioni future se si vuole essere statisti. Sono i giovani che devono adesso far sentire la loro voce, documentarsi e raccogliersi in comitati per la difesa del proprio territorio. Sono i giovani, futura dirigenza del domani, a dover dire se è una cosa buona vincolare per trent’anni il nostro territorio in nome delle armi e non, magari, in nome di qualcos’altro ben più nobile. È inutile riempirsi la bocca di “giovani” e poi non ascoltarli, vincolarli per trent’anni con una spada di Damocle, un bersaglio proprio sotto casa e non poter farci nulla perché i “grandi” mossi “dall’interesse della propria comunità” hanno preso una pesante cantonata.
In tutta questa storia riecheggia forte una canzone di Edoardo Bennato: “In fila per tre” che cercheremo di analizzare brevemente nel suo testo:
“Presto vieni qui, ma su non fare così
Ma non li vedi quanti altri bambini?
Che sono tutti come te
Che stanno in fila per tre
Che sono bravi e che non piangono mai
E’ il primo giorno però domani ti abituerai
E ti sembrerà una cosa normale
Fare la fila per tre, risponder sempre di sì
E comportarti da persona civile”

Questa prima parte fa vedere la psicologia del gregge, il fatto che la pecora nera non deve esistere, che si deve aggregare agli scodinzolatori e allinearsi ai diktat. Così facendo ci si allinea alla massa votata verso chi, per l’interesse della comunità, fa cose che non vanno verso quell’interesse. Continua infatti la canzone con la nascita di questi “capi-popolo”:
“Vi insegnerò la morale e a recitar le preghiere
E ad amar la patria e la bandiera
Noi siamo un popolo di eroi e di grandi inventori
E discendiamo dagli antichi romani
E questa stufa che c’è basta appena per me
Perciò smettetela di protestare
E non fate rumore quando arriva il direttore
Tutti in piedi e battete le mani”
E guai ad uscire dagli schemi, anzi bisogna difendere lo “schema” da tutti i “nemici”, coloro che esprimono visioni contrarie a quanto passato, perché chi detiene il potere è sempre buono ed ha sempre ragione:
“Sei già abbastanza grande
Sei già abbastanza forte
Ora farò di te un vero uomo
Ti insegnerò a sparare, ti insegnerò l’onore
Ti insegnerò ad ammazzare i cattivi
E sempre in fila per tre marciate tutti con me
E ricordatevi i libri di storia
Noi siamo i buoni perciò abbiamo sempre ragione
E andiamo dritti verso la gloria”

Ed eccoci, infine, al cuore della canzone e del problema trattato. Non lo commentiamo… ma quanto si sposa bene con la questione da noi (e non solo da noi) sollevata?
“Ora sei un uomo e devi cooperare
Mettiti in fila senza protestare
E se fai il bravo ti faremo avere
Un posto fisso e la promozione
E poi ricordati che devi conservare
L’integrità del nucleo famigliare
Firma il contratto, non farti pregare
Se vuoi far parte delle persone serie
Ora che sei padrone delle tue azioni
Ora che sai prendere le decisioni
Ora che sei in grado di fare le tue scelte
Ed hai davanti a te tutte le strade aperte
Prendi la strada giusta e non sgarrare
Se no poi te ne facciamo pentire
Mettiti in fila e non ti allarmare
Perché ognuno avrà la sua giusta razione
A qualche cosa devi pur rinunciare
In cambio di tutta la libertà che ti abbiamo fatto avere
Perciò adesso non recriminare
Mettiti in fila e torna a lavorare
E se proprio non trovi niente da fare
Non fare la vittima se ti devi sacrificare
Perché in nome del progresso della nazione
In fondo in fondo puoi sempre emigrare”

Alain Calò
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