Nostra intervista a Salvini e Lupi a Catania, presente la Meloni: “Il ponte sullo Stretto si farà, governeremo cinque anni, si rassegnino Conte e la Schelein”

Se ne parla da diversi decenni, ma stavolta sembrerebbe la volta giusta. Il ponte tra la Sicilia e la Calabria si farà, parola del Vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che dalla città di Catania, in occasione della chiusura della campagna elettorale per le amministrative che si terranno questo fine settimana, ha detto: “Il ponte da solo non risolve i problemi, ma insieme agli undici miliardi destinate alle ferrovie, lungo la tratta Palermo, Catania e Messina, e agli undici miliardi destinati alla tratta Salerno-Reggio Calabria, è un’opera fondamentale che ripulisce il mare e l’aria, permettendo ai siciliani, agli imprenditori e ai calabresi di risparmiare due ore di tempo in treno, soldi e fatica, inoltre creerà centomila posti veri di lavoro dopo più di cinquanta anni di chiacchiere e promesse. L’obiettivo – ha continuato Salvini – è aprire i cantieri il prossimo anno. Sono orgoglioso e quasi emozionato, perché stavolta c’è un progetto e un decreto, ma c’è anche una società che mi auguro che entro la prossima settimana prenda corpo e inizi a lavorare”.

E quando gli diciamo che la realizzazione di quest’opera consentirebbe al governo di passare letteralmente alla storia, Salvini dice: “E’ il ponte degli italiani, non il ponte tra Messina e Reggio Calabria, perché arrivare con l’alta velocità da Palermo a Roma, Milano e Berlino significa cambiare la vita. É una rivoluzione culturale, ambientale ma anche economica e sociale, ma fino a che non si parte io non mi fermo”.

In precedenza anche Maurizio Lupi aveva risposto alle nostre domande sul ponte, affermando: “E’ il momento di pensare al futuro, o lo costruisce adesso il ponte o mai più. Negli anni cinquanta l’Italia è stata unita dall’autostrada del Sole, adesso bisogna correre con la realizzazione del ponte. L’idea di metter in contrapposizione le grandi opere con i lavori di manutenzione straordinaria è la cosa più stupita che si possa dire”.

A Catania, per sostenere e tirare la volata al candidato a sindaco Enrico Trantino, figlio dello storico esponente dell’allora Movimento sociale italiano Enzo Trantino, c’era, ieri sera, mezzo Governo, ma anche esponenti del centrodestra siciliano, a partire dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Sul palco si sono alternati i big del centrodestra. Dal segretario della Lega Matteo Salvini, al ministro degli Esteri, il forzista Antonio Tajani, a Maurizio Lupi, sino alla premier Giorgia Meloni. A sostegno di Trantino anche i ministri Schillaci e Nello Musumeci, quest’ultimo giocava in casa. Nel suo intervento, l’ex presidente della Regione Siciliana, ha detto: “Il cuore a Catania batte dal centro verso la destra e non verso la sinistra. Dio ti vede, Stalin no. Servono cinque secondi, serve il voto per cambiare. Siamo qui per dare una speranza al centrodestra”. Il leader della Lega, invece, oltre a ribadire i numerosi investimenti che il governo sta mettendo in campo per il sud e la Sicilia, ha voluto rimarcare la differenza, su alcuni temi, tra la sinistra e la destra, soprattutto ha parlato del concetto di famiglia, spiegando: “I figli si hanno se c’è un papà e una mamma, l’utero non va affittato, ditelo al segretario del Pd Schlein”. Ed ancora: “Sono orgoglioso di aver bloccato gli sbarchi in Sicilia, perché ho difeso i confini del nostro Paese. Per tutto questo rischio il carcere, ma in galera devono andarci gli scafisti”. Piazza Università, dove sventolano numerose le bandiere di Fratelli d’Italia e della Lega, si scalda quando sale sul palco la Premier Giorgia Meloni. Per lei tanti applausi. Il presidente del consiglio parla innanzitutto degli investimenti che il governo sta facendo nell’Isola, perché dice: “Con le infrastrutture si creano posti di lavoro”. E aggiunge: “Bisogna fare squadra, come quella che hanno fatto i cittadini dell’Emilia Romagna. Il destino ci mette alla prova per essere più forti. Quest’anno, finalmente, cresceremo più degli altri paesi d’Europa”. La Meloni si è anche soffermata sul Reddito di cittadinanza, spiegando: “Siamo stati coraggiosi, perché chi non può lavorare va aiutato, ma chi può sbracciarsi deve farlo, non può restare a casa e ricevere la paghetta dallo Stato”. Dal Presidente del Consiglio anche un chiaro messaggio per chi cerca di ostacolare le eccellenze culinarie del nostro Paese. “Il Governo -ha spiegato – aiuterà le imprese che producono prodotti d’eccellenza. La carne sintetica, la farina di grillo, quelle non sono le eccellenze italiane”. Salvini era stato più duro nel dire: “Farina di grillo e carne sintetica la mangiano altrove”. A Catania si è visto un centrodestra unito. Del resto Salvini, prima che parlasse la Premier Meloni, aveva anche detto: “Questo governo durerà cinque anni. Se ne facciano tutti una ragione”. Un chiaro messaggio soprattutto al centrosinistra e ai Cinque stelle.
         Francesco Librizzi