Sport, basta ai campanilismi, “serve strategia unitaria per frenare la crisi”

Sui temi delle politiche differenziate di area vasta, approfondite nei mesi scorsi all’Università Kore in occasione dl convegno promosso dall’ASAEL, c’è chi sta provando a sensibilizzare gli addetti ai lavori. Riccardo Caccamo, esperto di politiche dello sport, ha già lanciato una serie di proposte per sperimentare i primi ambiti sportivi ottimali (ASO).

Cosa sono gli Aso

Gli ASO sono dei contesti in cui si aggregano iniziative sportive a carattere sovra comunale finalizzate a generare economie di scala nella realizzazione e gestione delle infrastrutture nonché ad incrementarne il capitale sociale. Sono chiamati a dare il proprio contributo certamente le diverse federazioni sportive, gli amministratori locali e gli imprenditori che orbitano attorno al pianeta sportivo. Il comune denominatore di tali iniziative è rappresentato dalla consapevolezza che anche le politiche dello sport risentono delle patologie territoriali di cui sono affette le aree interne.

Differenziare le discipline sportive

In tale contesto, differenziare le discipline sportive nell’ambito di una visione di area vasta non è solo un’opportunità ma diventa l’unica strategia per scongiurare la decrescita qualitativa che si registra ormai da anni in tutte le discipline sportive del nostro territorio. La domanda alla quale sembra avere risposto Riccardo Caccamo è la seguente.

“Stop a campanilismi”

Continuiamo a preferire tante piccole iniziative sportive quanti sono i Comuni della nostra provincia di Enna o vogliamo invece uscire dai nostri campanili e sperimentare nuove forme aggregative in tutte le discipline sportive a cominciare da quelle calcistiche? Legittimo interrogativo che andrebbe girato a tutti i Sindaci dei nostri Comuni, sempre più impegnati a trovare finanziamenti per realizzare “sotto casa” campetti di calcio e piscine agonistiche nel tentativo disperato di fornire servizi a quei giovani che non ci sono più. A Riccardo Caccamo, che coraggiosamente chiede la sperimentazione degli ASO, andrebbe affiancata una sensibilità politica che, al netto di alcuni timidi segnali, sembra non essere ancora pronta a ragionare in termini di area vasta.

Massimo Greco