Comune condannato a pagare per progetto di un’opera mai realizzata

Dopo ben trentacinque anni il Comune di Calascibetta sarà costretto a sborsare ottantamila euro, di cui 75 mila ai soli tecnici, per un progetto di una opera mai realizzata. Tutto ha avuto inizio il 20 maggio del 1988 quando l’allora amministrazione comunale, guidata dal sindaco Francesco Borghese, diede l’incarico agli ingegneri Giuseppe Lo Porto e Salvatore Bonanno, nonché al geologo Michele Nigrelli, per redigere un progetto riguardante il consolidamento del costone nord-piazza San Pietro, ma il disciplinare di incarico non fu mai firmato da Borghese.

La vicenda

Ad approvare in Giunta il progetto, il primo luglio del 1989, fu la nuova amministrazione, il cui sindaco era Giuseppe Di Franco, il quale non firmò neppure lui il disciplinare dove c’era scritto che “le somme per l’onorario e spese dovute per lo studio e la redazione del progetto verranno corrisposte al professionista
dopo il finanziamento dell’opera”. Il progetto non fu mai finanziato, perché allora gli ingegneri hanno chiesto la parcella? Studi tecnici, negli anni 80’, avvalorati da una legge quanto meno discutibile, poi cambiata, presentavano ai sindaci progetti che non sempre venivano finanziati, ma i progettisti, forse perché affidatari di apposito incarico dai sindaci, presentavano lo stesso la relativa parcella. Cosa avvenuta anche nel comune xibetano.

Seduta in Consiglio

La problematica, intanto, verrà discussa martedì prossimo in Consiglio comunale, ma la sentenza oramai è scritta. Ci si chiede, in tutti questi anni, se ci sia mai stato un sindaco che abbia chiamato i progettisti per trovare un accordo, evitando di arrivare a un esborso di ottantamila euro. In primo grado, il giudice di Enna, ha dato ragione al Comune, la Corte d’Appello di Caltanissetta ha ribaltato il giudizio nello scorso mese di marzo, costringendo un piccolo ente come quello di Calascibetta a pagare una cifra importante. La liquidazione che avevano chiesto gli ingegneri era di 65 mila euro, decurtati a 53 mila dalla Corte d’Appello. Una cifra alla quale va aggiunta la svalutazione monetaria, così si è arrivati a poco più di 75 mila euro.

Le spese del Comune

Il Comune, inoltre, dovrà pagare 5 mila euro per le spese giudiziarie. In questa lunga vicenda tutta all’italiana, ci viene da dire che ha perso sicuramente una giustizia lumaca, così come il Comune che dovrà uscire soldi per un progetto mai andato a buon fine. Non sappiamo, infine, se abbiano vinto i progettisti che dovranno ricevere le somme dopo ben trentacinque anni, anche se si tratta
di un bel regalo a un mese dal Natale.

Francesco Librizzi