Violenza sulle donne, “vittime di società patriarcale”

Mai come in questi giorni si è sentito il bisogno di affrontare il tema che riguarda la violenza sulle donne. L’ultimo brutale omicidio, ad opera di Filippo Turetta, un giovane che diceva di amare la sua ragazza, ha scosso l’Italia intera, perchè Giulia Cecchettin aveva tutto il diritto di vivere, di laurearsi, a giorni stava per farlo, quando il suo ex ragazzo, che diceva di non poter stare senza di lei, ha spezzato definitivamente i
sogni di Giulia.

Iniziativa della Fidapa

Così, la Fidapa di Calascibetta, presieduta dalla scrittrice Angela Riviera, ha pensato bene di organizzare, ieri, una Conferenza dal titolo “Parliamone Ancora…..”, perchè è proprio il silenzio che spesso ha portato le donne a non potersi più difendere dal loro aguzzino.

La scrittrice Riviera

Occorre invece parlare, affrontare la problematica, denunciare, far sentire il grido di rabbia contro quell’uomo che in molti casi vede la donna come un oggetto, come un qualcosa da possedere a tutti i costi. “Questo incontro è un grido garbato da parte della donna che ha tutto il diritto di dire “no” all’uomo, Occorre inoltre educare al “no” uomini e donne”, ha sottolineato la scrittrice Angela Riviera, moderatrice della serata, la quale ha voluto iniziare l’incontro con le parole del regista Marco Risi,
che ha detto: “Condivido in pieno le palore di Elena Cecchettin, sorella della povera Giulia, quando dice che i “mostri” non sono malati, ma sono figli sani del patriarcato della cultura dello stupro”.

I partecipanti

Oggi, 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto: “Dietro la violenza alle donne il fallimento della società”. All’Auditorium “Contoli-Di Dio” erano presenti, oltre alla professoressa Riviera, la poetessa Stefania Vasile, il maggiore del Comando Compagnia dell’Arma di Enna, Francesco Mazzuoccolo, la
psicologa Francesca Di Franco e la professoressa Filippa Ilardo, che ha letto le poesie della poetessa Stefania Vasile, quest’ultima ha denunciato di aver subito, in passato, violenze psicologiche, ma dopo essersi fatta aiutare ha ripreso in mano la vita. Seduti in platea anche il comandante della locale stazione dell’Arma, Vito Roselli, l’assessore comunale alle Politiche sociali, Stefania Di Stefano, e Dorica Orzan, presidente dell’Associazione culturale Dogilac.

La relazione della psicologa

Sono state le parole della psicologa Francesca Di Franco a catalizzare l’attenzione dei presenti. Oltre quindici minuti di intervento per focalizzare varie sfaccettature di un dramma come quello della violenza sulle donne. “Controllare la donna non è amore”- ha detto la psicologa- aggiungendo: “La società
odierna purtroppo si porta dietro valori patriarcali, con la donna che non veniva considerata come un essere pensante”. Ed ancora: “Chi non accetta il “no” sono uomini narcisisti, persone che fanno di se stessi, delle proprie qualità, il centro esclusivo del pinteresse, mentre restano più o meno indifferenti agli altri”. La psicologa Di Franco ha inoltre evidenziato una fase delicata della problematica, ovvero quella della cosiddetta “luna di miele”.

“Il termine è bello a sentirsi-ha spiegato- ma la fase è quella più tragica, perchè l’uomo arriva anche a chiedere scusa alla donna per i comportamenti scorretti, Sembra pentirsi, ma poi ricade nuovamente nell’azione brutale a danno della donna”. La psicologa ha concluso dicendo: “Abbiamo la possibilità di cambiare la società. Dobbiamo dare un giusto valore alla vita, perchè se io sto bene, attiro persone positive”. Un intervento accurato, in ogni suo aspetto, che ha preceduto quello del maggiore dei
Carabinieri, Francesco Mazzuoccolo, il quale ha parlato del lavoro dell’Arma, spiegando che i carabinieri si occupano di violenza di genere dal 2008. “Il compito dell’Arma- ha detto- è quello di reperire più notizie possibili da fornire alle autorità giudiziarie. Occorre dire anche che la sola repressione non basta per affrontare la violenza di genere, necessita la prevenzione. Così- ha cocluso il maggiore- vanno fatti anche incontri nelle scuole e con le associazioni”. In tutto questo, pero, è necessario che la donna parli e
denunci i soprusi.

Francesco Librizzi