Ferrovie, Cgil, “tagli per Enna”, Razza, “i soldi ci sono”

Da una parte la Cgil Sicilia, che, presentando un dossier sulle risorse destinate alla Sicilia, sostiene che per l’isola ci sarà ben poco da festeggiare, con un taglio pari a 5 miliardi, tra Pnrr, Fondo sviluppo e coesione, insularità e reddito di cittadinanza. Dall’altra c’è Ruggero Razza, ex assessore regionale, ed esponente di Fratelli d’Italia, per il quale non ci saranno sacrifici.

L’allarme della Cgil

Nel documento del sindacato, ci sono naturalmente molte voci ma quelle riguardanti il territorio di Enna interessano in particolare il trasporto ferroviario. Innanzitutto, c’è il raddoppio ferroviario Palermo-Catania, il cui cantiere principale si trova a Catenanuova e poi le altre opere “minori”, tra cui la Caltanissetta Xirbi – Lercara ed Enna-Caltanissetta Xirbi, con quest’ultime fortemente penalizzate. Per la Cgil, i soldi trattenuti dal Governo, quelli legati ai Fondi per la coesione sociali, e dirottati per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, fa comprendere quanto sia corta la coperta.

Il costo del Ponte e la ripartizione dei fondi

Il Ponte sullo Stretto avrà un costo 11,6 miliardi di euro9,3 miliardi saranno a carico dello Stato, la parte restante, circa 2,3 miliardi di euro sarà coperta attraverso il fondo per lo Sviluppo e la Coesione in capo alle regioni. I lavori dovrebbero terminare entro il 2032.

La risposta di Razza

L’ex assessore regionale Ruggero Razza spegne gli allarmi e risponde così ad una domanda. Quanto l’utilizzazione degli Fsc per il Ponte toglierà risorse al raddoppio ferroviario Palermo-Catania? O, a suo parere, non ci saranno conseguenze

“Non penso che ci sia alcuna conseguenza – dice a ViviEnna Ruggero Razza – da questo punto di vista anche perché l’FSC e abbondante è capiente ma soprattutto è previsto che ci sarà una ulteriore quota di restituzione a metà della programmazione, quindi ritengo che stiano davvero facendo una polemica insensata”.

L’analisi dell’ex assessore regionale

“Facciamo i conti ai finti tagli “denunciati” dal sindacato – dice Razza – della sinistra: il Pnrr (2,4 mld) non è un taglio ma uno spostamento sui fondi complementari delle opere che non potevamo essere completate entro il 2026 (quindi a rischio restituzione all’Europa); il Fsc (1,48 mld) non è un definanziamento ma l’utilizzazione di risorse per un grande progetto, il Ponte, che si realizza con ricadute prevalenti in Sicilia. Già la somma di queste due voci, fantasiose, arriva a quasi 4 mld dei 5 denunciati dalla Cgil. E anche i rimanenti, dal Rdc all’insularità, sono tagli solo nella fantasiosa versione offerta dal sindacato”.

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