Caso Alessia, Namasté, “Comune adotti soluzioni concrete”

E’ un botta e risposta continuo quello tra la cooperativa sociale Namastè di Caltagirone ed il Comune di Valguarnera.

La vicenda di Alessia

Alle accuse mosse dalla referente del centro calatino Laura Boria sul caso della ragazzina disabile valguarnerese Alessia, ospite del centro dal 2018, ieri ha risposto per il Comune, la responsabile dei servizi sociali Santina Amatore. Boria aveva denunciato il fatto che il Comune non si è mai occupato della ragazzina né dal punto di vista affettivo nè economico, e non avendo mai pagato le rette al centro. I servizi sociali del Comune hanno replicato ieri dicendo che “la cooperativa non risulta iscritta all’albo regionale delle istituzioni assistenziali e che tra l’altro è risultata soccombente in un procedimento del 2023, confermando la legittimità dell’azione amministrativa e sociale del Comune, pronto comunque a farsi carico della ragazza, se trasferita presso una comunità iscritta all’albo, che garantisce la qualità dei servizi offerti dalle strutture residenziali”.

La posizione della cooperativa

Adesso la contro risposta della dottoressa Boria che a seguito del comunicato del Comune afferma: ” “la Namastè è risultata soccombente”: dove? Quando?-si chiede; “A tutela della nostra credibilità, si precisa che il Giudice non si è espresso in alcun modo sul merito”.

Le pec al Comune

“Sin dall’inizio di questa storia- continua- noi abbiamo inviato numerose pec, a tutela del credito,
nelle quali si rammentava dell’esistenza della persona con disabilità, invitando nel superiore interesse della stessa, di operare delle scelte diverse di collocamento presso altre strutture. Al silenzio perdurante,
segue una sola risposta nel 2023 ossia di inoltrare analoga richiesta ad altro Servizio Sociale.” Ma non solo. “Il Comune di Valguarnera- continua Boria- che sin dal 2018 ha ricevuto le nostre pec, chiarisca quali
verifiche sulla struttura ha fatto? Perché non ha mai risposto prima? perché non ha mai proposto alternative alla persona con disabilità residente nel proprio Comune”.

Il caso dell’iscrizione

In merito alla tesi del Comune, per cui la cooperativa non è iscritta all’Albo regionale questa la replica di Boria. ” “Non spetta al Comune di Valguarnera tale decisione, si ricorda che non è un obbligo di legge
qualora la struttura volesse svolgere prestazioni in regime privato. Ciò è possibile, previa iscrizione all’albo Comunale, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 27 della legge regionale 22/86 e nel rispetto degli standard previsti dalla circolare 17 febbraio 2003″ dice Boria.

Che aggiunge: “Affermare che la “Namastè non fornisce adeguate garanzie e standard rappresenta un ossimoro in termini di legge e stride con la vita della persona. La questio, in questa sede, non è il credito che vantiamo da anni bensì tutelare il progetto di vita di una persona con disabilità, per anni disatteso ed indiscutibilmente sostenuto, solo ed esclusivamente, da privati ed il cui successo è palese nella sostanza.”

“Comune adotti soluzioni concrete”

Sul fatto poi che il Comune è disposto a farsi carico della ragazzina qualora esistano tutti i presupposti, Boria conclude: “Ne prendiamo atto, benissimo! Allora, cosa aspetta il Comune a proporre soluzioni concrete, nel rispetto del principio di autodeterminazione della persona con disabilità, che sposino il progetto di vita in itinere e che vadano oltre l’interesse economico della scrivente
che nessuno ha mai corrisposto?”
Rino Caltagirone