Partiti in crisi, sindaci e 2 deputati Ars i più attivi

A fronte di un diritto costituzionale riconosciuto ai cittadini di associarsi liberamente in partiti per concorrere, con metodo democratico, a determinare le politiche pubbliche, queste ultime sono sempre più determinate dai soli “eletti” nei diversi livelli istituzionali della Repubblica.

La crisi dei partiti politici

I partiti politici, il cui livello di rappresentatività ha subito una cronica e progressiva flessione con la crisi delle ideologie, vengono sempre più utilizzati come strumenti di propaganda elettorale e sempre meno come fucine di idee e classi dirigenti. C’è chi ha già affermato che senza partiti politici il meccanismo democratico stenta a funzionare e la democrazia difetta di ossigeno, determinando una pericolosa miscela potenzialmente populista, giacché rende più agevole esaltare il rapporto diretto tra un popolo indistinto e un leader/capo.

Il protagonismo degli “eletti”

Questo vulnus del sistema si registra anche a livello locale, in cui le decisioni pubbliche vengono assunte solo ed esclusivamente dalla categoria degli “eletti”, primi fra tutti i sindaci ai quali l’elezione diretta conferisce loro un indubbio potere decisionale che si riverbera sul futuro delle rispettive comunità amministrate per tutto il periodo del mandato. Appartengono a tale categoria anche i parlamentari, soprattutto quelli regionali, adorati come santoni dispensatori di risorse finanziarie, annualmente scovate tra le pieghe della finanziaria.

La vivacità di Lantieri e Venezia

In tale contesto, in cui non è passata inosservata la tradizionale capacità attrattiva della deputata regionale di maggioranza Luisa Lantieri, e neanche la vivacità del neo deputato di minoranza Fabio Venezia, stride la totale assenza dei partiti politici sia di maggioranza che di minoranza.

Azioni, politiche e decisioni prese solitariamente e senza il supporto partecipativo dei pochi iscritti al partito di riferimento né, tanto meno, dei cittadini. Logiche oligarchiche e spartane che, prevalendo su quelle democratiche ed ateniesi e determinando un sistema di rapporti basato solo sulla “cooptazione” e sulle “giuste amicizie”, finiscono per allontanare sempre più la società politica dalla società civile.

Massimo Greco