A processo per usura, assolto dal Tribunale

E’ stato assolto perché il fatto non sussiste Salvatore Furiere, 55 anni, di Piazza Armerina, finito sotto processo nel 2016 con l’accusa di usura.

La sentenza del Tribunale di Enna

Questa la decisione presa dai giudici del Tribunale di Enna, Chiara Blandino, presidente del Collegio, Elisa D’Aveni e Giovanni Milano,  che hanno, sostanzialmente, accolto la ricostruzione della difesa, rappresentata dall’avvocato Lorenzo Caruso. Il pm della Procura di Enna, invece, nella sua requisitoria si era espresso per la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento di un ammenda pari a 7 mila euro.

La vicenda

Un procedimento, quello istruito dalla Procura di Enna, scaturito da una segnalazione in merito ad una presunta cessione di denaro dell’imputato, un vigilante e noto istruttore di arti marziali, nei confronti di un commerciante di Piazza Armerina.

Secondo la tesi degli inquirenti, l’esercente avrebbe ottenuto un prestito di circa 20 mila euro ma gli sarebbero stati applicati dei tassi di interessi da usura e così, stando alla ricostruzione dei magistrati, la presunta vittima sarebbe stata costretta a versare il doppio, circa 40 mila, pagando in più rate dal gennaio del 2010 al febbraio del 2012. Inoltre, per gli inquirenti l’imputato, per “convincere” il commerciante a saldare lo avrebbe minacciato, a volte con frasi dal contenuto intimidatorio, altre passando con frequenza nei pressi dell’attività commerciale. 

La tesi della difesa

Nel corso del processo, come fa sapere l’avvocato Lorenzo Caruso, sarebbe venuta a galla un’altra verità, cioè dell’esistenza di credito vantato dall’imputato che, però, non avrebbe applicato alcun tasso di usura.

Le pressioni per chiedere la restituzione della somma prestata sono state indicate dalla Procura come una tentata estorsione ma i giudici, considerandole come esercizio arbitrario delle proprie ragioni, si sono espressi  per l’improcedibilità poiché manca la querela della presunta persona offesa.

“Finita gogna per mio assistito”

“Si conclude positivamente un processo – dice l’avvocato Lorenzo Caruso – estenuante e complesso ma per il mio cliente sono stati anni difficili e piuttosto dolorosi. E’ stato sottoposto ad una gogna riprovevole alla luce anche della sentenza del Tribunale per cui il fatto non sussiste. Il mio assistito sta valutando se ci sono i presupposti per la calunnia”.