Panchina per Neglia, “tanti errori, o si rimedia o va rimossa”

Una lettera è arrivata alla redazione di ViviEnna: a scrivere è Maurizio Agrò, biografo ufficiale di Francesco Paolo Neglia, il compositore a cui è stato di recente intitolato il Teatro comunale di Enna. E’ stata anche realizzata una panchina che ricorda la storia, musicale e personale di Neglia, ma secondo Agrò, sono indicati numerosi errori. Ecco il contenuto della testimonianza del biografo.

La lettera del biografo di Neglia

Dal 1999 mi occupo della vita e delle opere del compositore Francesco Paolo Neglia, come suo
biografo ufficiale e come pronipote. Ho avuto modo di pubblicare la sua biografia già nel 2004,
lavorare sulle sue partiture, custodire l’archivio e ora pubblicare un nuovo testo che uscirà in
occasione dei 150 anni dalla sua nascita. In 25 anni di lavoro mi sono imbattuto spesso nella riluttanza della città di Enna nel riprendere il concorso internazionale Neglia, nello svolgere periodicamente delle commemorazioni, ma non mi era ancora capitato di vedere una panchina con la sua foto.

Famiglia non contattata

Sicuramente è lodevole l’iniziativa del Comune di indire due nuove edizioni del premio, quella del
2022 e del 2023, così come l’idea di una seduta commemorativa, peccato che nessuno abbia pensato
di contattare la famiglia e gli eredi o quantomeno di documentarsi bene sulla vita del compositore.
Questa panchina porta con sé l’epigrafe dedicata a Francesco Paolo Neglia che ne racconta la storia.

Il primo errore

È la panchina stessa a parlare e ci racconta che: “Oltre ad essere un fecondo compositore di musica
sacra […] fu pure autore di sinfonie, quartetti, inni, marce e di un melodramma, Zelia […]”
Sicuramente Neglia ha scritto tutte queste opere, ma la panchina lo racconta in modo piuttosto
errato. Neglia non era un “fecondo compositore di musica sacra”, detta così sembrerebbe che sia
stato principalmente un autore di musica ecclesiastica e secondariamente di altre opere.
Neglia è un Sinfonista, la sua carriera si è svolta principalmente intorno alla musica orchestrale e
alla musica da camera, solo secondariamente si è dedicato alla musica sacra, che tra l’altro non è
così vasta come allude la panchina. Per ciò che riguarda il melodramma, la Zelia è l’unica opera lirica che ha scritto, dunque non si può considerare un vero Operista.

“Fondò Accademia, non un istituto musicale”

Ma la panchina racconta anche altro: “fondò l’Istituto Musicale, denominato nel 1908 in suo onore
Neglia Konservatorium”. Anche in questo caso la panchina non sa di cosa parla. Neglia fondò una
Accademia e non un istituto musicale. Ai primi del novecento le Accademie che contavano un
numero elevato di alunni venivano rinominate Conservatori e in Germania esistevano solo
Conservatori privati. Inoltre non fu chiamato così in suo onore, bensì era prassi che il fondatore
desse il proprio nome all’istituzione proprio per distinguerla da quella dei concorrenti. Al tempo di
Neglia esistevano 5 Conservatori, il Brahms Konservatorium, il Vogt, il Bernuth, il Kruss-Farber e
il Neglia Konservatorium.

La storia personale di Neglia

Nel suo racconto la panchina dice che Neglia “incontrò nella sua carriera vari ostacoli, spesso
connessi a luttuose vicende familiari, che lo indussero ad appartarsi”. Questo è il pezzo più divertente. Neglia non avrebbe avuto i fasti che meritava per colpa di luttuose vicende familiari e per tale motivo decise volontariamente di “appartarsi”. Decisamente no. La morte del padre Giuseppe nel 1914 non ha nulla a che vedere con il suo rientro in patria poichè il Conte Giacchi, Console Italiano ad Amburgo, aveva più volte incitato gli Italiani a lasciare la Germania per via dell’odio nei loro confronti dato che erano diventati nemici dei tedeschi allo scoppio della Grande Guerra. Dunque Neglia tornò in Italia per spirito patriottico.


Inoltre non si è mai “appartato”, non ha mai scelto di isolarsi e non è mai stato isolato, se non dai
suoi concittadini. Infatti quando rientrò ad Enna fu subito considerato una spia tedesca, gli fu
confiscata la posta privata e non gli venne riconosciuto il talento e il successo che aveva avuto ad
Amburgo. Avendo una moglie tedesca gli ennesi pensarono che ricevesse finanziamenti dalla
Germania. Il figlio Giuseppe e la moglie non potevano uscire di casa perché venivano insultati e
inseguiti per strada. Nonostante la ritrosia dei concittadini riuscì ugualmente ad ottenere il posto di
Direttore della cappella musicale del Duomo, ma gli orchestrali, che non lo avevano in simpatia,
sbagliavano di proposito le parti musicali. A tal proposito ci fu una denuncia che finì con una causa al tribunale di Caltanissetta.

La delusione di Neglia

Neglia aveva capito che Enna non lo considerava più un suo figlio e appena ebbe l’opportunità ritornò in Germania per rientrare in Italia nel 1921. Si trasferì a Legnano dove fu accolto come un valido compositore, direttore e didatta. Secondo la panchina Francesco Paolo avrebbe quindi sofferto di depressione ma se ciò fosse stato vero non avrebbe mai trovato la forza per rimettersi in gioco.

Il liceo musicale di Legnano

La panchina conclude la sua epigrafe dicendo: “Tornò a dirigere un Liceo Musicale, aperto a
Legnano proprio per lui”. Ancora una volta NO! Il liceo Verdi di Legnano è una creazione di Neglia, fu lui che, con diverse richieste al Podestà Vignati, potè aprire un istituto musicale in quella città. Legnano è sempre stata riconoscente nei confronti di Neglia perché riuscì a portare come docenti dell’istituto grandi nomi quali Riccardo Malipiero e Renzo Bossi, solo per citarne due. Inoltre a Legnano non fu solo docente, ma fu IL docente in quanto ottenne la possibilità di insegnare la musica in ogni ordine e grado secondo quelli che erano i dettami che perseguiva anche Domenico Alaleona a Roma. A Neglia fu affidato il compito di dirigere la Corale di Busto Arsizio e di organizzare diversi concerti sinfonici e lirici.

“Fonti non corrette”

Io non so dove questa povera panchina si sia documentata sulla vita di Neglia, ma di sicuro non ha
usato le fonti corrette. Forse i cittadini di Enna non hanno ancora compreso chi fosse veramente Neglia e quale importanza ha nel panorama nazionale e internazionale, non è bastata la riconciliazione di suo figlio Giuseppe con la città nel 1962 grazie all’amicizia con Vito Cardaci, all’epoca assessore.

“Eredi mai coinvolti dal 1974”

Quello che mi rammarica è non aver ricevuto nessuna comunicazione da parte delle autorità quando
si pensava alla realizzazione di questa panchina, ma questa è una prassi consolidata a Enna dove dal
1974 gli eredi non vengono più coinvolti.

La richiesta

Tuttavia quando si scrive un’epigrafe si scrive un documento che rimane nel tempo e che deve
servire da ricordo per le future generazioni. La panchina è un monumento celebrativo a Neglia.
Scrivere qualcosa di sbagliato equivale fare un torto al compositore, ai familiari e un torto ai posteri.
Mi auguro che l’amministrazione comunale possa rimediare perché l’iniziativa è lodevole ma
gestita male. Diversamente chiederò che la panchina venga rimossa per non continuare a ledere il
nome di Francesco Paolo Neglia.