Mafia e videpoker, 8 avvisi di conclusioni indagini

Gli agenti della Squadra mobile della Questura di Enna, su delega della Procura della Repubblica di Caltanissetta, ha notificato otto avvisi di conclusione indagini preliminari nei confronti di altrettante persone accusate di esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa.

L’imposizione dei videpoker nei Comuni ennesi

Secondo la tesi degli inquirenti, in concorso con altri, avrebbero organizzato il gioco d’azzardo mediante l’installazione dei videopoker.

I legami con la mafia catanese

Dai riscontri della polizia, gli indagati, avvalendosi della licenza AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) di cui era titolare uno di loro avrebbero noleggiato ed installato le macchinette in alcuni esercizi commerciali di alcuni Comuni della provincia di Enna, al cui interno inserivano “schede pirata”, così predisponendoli alla conversione da apparecchi idonei per il gioco lecito, non abilitati alla vincita di premi in denaro e videopoker illeciti con l’aggravante di agevolare  Cosa Nostra catanese operante in un comune a nord della provincia di Enna.

La stecca sui profitti

 Il referente per quel territorio, avvalendosi di altri due persone avrebbe riscosso il 15% dei profitti derivanti dell’ attività illecita, che poi avrebbe fatto pervenire alla famiglia di Cosa Nostra catanese, mentre la restante parte sarebbe stata distribuita tra gli altri concorrenti.