Festa al Gaeta con Proto, “la C per l’Enna? Non c’è 2 senza 3”

Allo stadio “Generale Gaeta” sarà festa doppia: per l‘Enna che ha conquistato domenica scorsa la promozione in Serie D con due giornate di anticipo e per l’Imesi Atletico Catania 1994 che hanno raggiunto sempre domenica scorsa la matematica salvezza.

Il troinese Proto

Una gara dal sapore speciale per il patron dell’Imesi Atletico Catania 1994, Franco Proto originario proprio della provincia di Enna.

“Enna la squadra più forte del torneo”

“Andremo a festeggiare non soltanto la vittoria e il salto di categoria dell’Enna, ma andremo a festeggiare anche la nostra permanenza in Eccellenza – afferma il Franco Proto -. Enna è il più alto capoluogo di provincia, quest’anno è stata la più alta squadra, una fortezza in Eccellenza. Ha utilizzato quello che storicamente si dice di Enna, che era una città imprendibile; quest’anno lo è stato anche l’Enna Calcio. Ha dato continuità a tutte le scelte strategiche e operative della classe dirigente, che già l’anno scorso governava questo club”.

La forza dei gialloverdi

“La squadra è stata rafforzata – prosegue Proto – e potenziata con delle scelte tecniche fatte di certezze perché mister Campanella è uno che ha vinto sempre con la modalità giusta e la serietà giusta. Questo rappresenta un po’ quella che è la sintesi calcistica. Io non esprimo un pensiero, ma una riflessione: Enna oggi essendo capoluogo di provincia deve esprimere anche degli indirizzi di utilità sociale. Deve diventare un attivatore di comunità perché attraverso questo posizionamento forte della categoria che, dopo 34 anni, è il Campionato Nazionale Dilettanti, deve diventare un riferimento per i giovani, per la formazione, per lo sviluppo e soprattutto per il reclutamento dei giovani. Creare quello che dico sempre io: l’attivatore di una comunità”.

“Enna con ruolo sociale nel territorio”

“L’Enna calcistica, quindi, assume un ruolo fondamentale e sociale all’interno del proprio territorio. Una parte di quella che era la missione è stata brillantemente risolta: vincere il campionato. Ma ora l’Enna deve pensare a quella che è la visione; la visione deve essere un attivatore della comunità così come lo è stata la Kore. Enna ha degli esempi, ha dei valori non soltanto culturali o di studio quali la Kore, ma deve essere anche uno strumento di risveglio, uno strumento non dico di riscatto, ma soprattutto di sollecitazione verso il mondo giovanile da avvicinare ad un mondo dello sport fatto di regole, sviluppo e formazione”.

Presidente, conviene ancora investire nel calcio?

“Io andrei a separare – risponde Proto – il calcio professionistico da quello dilettantistico. In Serie A è conveniente investire perché c’è una massa critica e ci sono ricavi certi. Nel calcio dilettantistico si investe per passione e a volte lo si fa anche per la comunità. Io credo che i dirigenti dell’Enna l’abbiano fatto per la comunità. Sono stati bravissimi a capire che Enna ha un’alta potenzialità, al di là dell’altitudine e al di là della fortezza che è stata anche in Eccellenza, hanno capito che in effetti se aggreghiamo la comunità, le specificità, la partecipazione di tutti si può fare calcio senza che nessun individuo si possa consumare da un punto di vista economico. L’Enna non ha vinto solo sul piano della classifica, ha vinto sul piano del modus operandi, della modalità. Sono stati veramente bravi e devono costruire, attraverso questa modalità, dando continuità a quella che è una condizione secondo me propedeutica ad un altro sviluppo: far tornare la Serie C ad Enna. Due volte l’Enna è stata in C. Beh utilizziamo una metafora: non c’è due senza tre”.