Il Centrodestra diviso e le ripercussioni sulle elezioni a Enna
Enna-Cronaca - 03/05/2025
Il voto, non tanto segreto, dietro il quale si sono nascosti i consiglieri comunali di centro-destra per votare il Presidente del Libero consorzio comunale di Enna è diventato oggetto di studio tra gli analisti del paranormale. Ciò a seguito del fatto che dalle dichiarazioni dei diversi leader, seguite all’elezione del Sindaco di Calascibetta Piero Capizzi, non emerge alcuna ammissione di colpevolezza.
Il caso ennese
Eppure il 67,2% di voti assegnati alle liste del centro-destra non sembra passere inosservato e la resa dei conti è inevitabile lungo l’asse Palermo-Roma. In attesa di saperne di più ci limitiamo ad osservare che queste anomalìe si verificano puntualmente allorquando vi è una maggioranza netta alla quale non
si contrappone un’incisiva minoranza. Anche in provincia di Enna le forze di centro-destra sono largamente maggioritarie e quelle di sinistra sono rappresentate solo dal partito democratico.
L’opposizione dentro la maggioranza
Del M5S non si hanno più notizie da tempo e del partito di Renzi esistono solo sparute rappresentanze consiliari. Mentre è facile immaginare che l’opposizione si genera all’interno delle stessa maggioranza di governo, i mal di pancia che si sono registrati in questa “borghese” tornata elettorale, appaiono fisiologici. Non a caso è lo stesso leader del MPA Lombardo a non farne mistero, chiedendo al Presidente Schifani una riequilibratura assessoriale.
Il riverbero sulle elezioni a Enna
C’è chi è pronto a giurare che le schegge di questa disfatta avranno ripercussioni anche sul futuro scenario politico in cui si assisterà al rinnovo del Sindaco di Enna. Sulla carta il centro-destra ha i numeri per vincere a mani basse a fronte di un rassegnato e solitario partito democratico e difficilmente si
potranno replicare i “giochi di palazzo” con un’elezione diretta e popolare. Tuttavia, l’assenza di una candidato unanimamente apprezzato e riconosciuto tale da tutto lo schieramento di centro-destra, potrebbe indurre i più “smaniosi” a sperimentare nuove formule senza avvertire il bisogno di ricorrere al voto segreto come fatto per la presidenza dell’ente di area vasta.