Enna calcio, Stompo pronto a lasciare, in fumo anche i 400 mila euro per lo stadio

Il presidente dell’Enna calcio, Luigi Stompo, minaccia di chiudere i battenti, non iscrivendo la squadra nel prossimo campionato di serie D, se non dovessero arrivare, entro 15 giorni, altre persone per rilevare il club o aiutali nella gestione. Il 22 maggio scorso, lo stesso massimo dirigente e l’amministratore delegato, Fabio Montesano, avevano lanciato un appello alla città, spiegando che da soli non sarebbero stati più in grado di andare avanti.

Il no del gruppo Di Martino

In un’intervista rilasciata al sito della stessa società, Stompo, in merito ai contatti avviati con il gruppo Di Martino, specializzato nei trasporti, c’è stata una fumata nera. Stompo ha individuato una possibile soluzione: “Penso a un modello di gestione condivisa, dove un gruppo di imprenditori locali potrebbero unire le forze, contribuendo ciascuno con una quota sostenibile. Non servono cifre astronomiche: distribuendo il peso economico su più soggetti, l’impegno individuale diventerebbe gestibile”. Il problema è che, come svela il presidente, “non ho ricevuto nessuna telefonata, né dalle autorità pubbliche cittadine, né da imprenditori locali. Il silenzio è totale”, per cui, “se entro 15 giorni al massimo non riusciremo a cedere il testimone della conduzione della società, non iscriveremo la squadra al campionato di Serie D, quello stesso campionato conquistato due anni fa dopo 34 anni di attesa. La conseguenza sarebbe lo scioglimento della società”.

I 400 mila euro

Insomma, un danno per i tifosi, per l’immagine della città ma anche per le casse del Comune di Enna. Esattamente, un anno fa, poco dopo la storica promozione in serie D, la società esercitò un pressing verso l’amministrazione comunale per la ristrutturazione del Gaeta che, per come era concepito, non era adatto al campionato di serie D.

Un investimento che rischia di andare in fumo

E così, il Comune mise sul piatto 400 mila euro, che per una città come Enna non sono affatto pochi, considerate le emergenze sociali ed i servizi,  per rifare il look all’impianto sportivo, rimesso in sesto a stagione già iniziata. In caso di mancata iscrizione alla serie D, questi soldi pubblici sarebbero stati letteralmente buttati dalla finestra.