Enna-Cronaca

I lavori allo stadio e le ragioni dell’appello alla città, ecco la verità della dirigenza dell’Enna

I lavori allo stadio Gaeta erano necessari in tema di sicurezza e non per un capriccio della società. E’ il pensiero dei due massimi dirigenti dell’Enna calcio, Luigi Stompo e Fabio Montesano, intervenuti a ViviEnna, in merito agli interventi nell’impianto sportivo ennese disposti dall’amministrazione comunale della città e costati circa 400 mila euro. I lavori all’impianto hanno perlopiù riguardato la manutenzione straordinaria, il ripristino dell’ingresso della gradinata e la realizzazione del settore degli ospiti

I lavori necessari

“Un impianto pubblico, come in questo caso lo stadio, deve essere a norma a prescindere dall’Enna calcio. Mancava, ad esempio, la certificazione anti incendio che è obbligatoria” spiega il presidente Luigi Stompo, che ripercorre una storia quasi decennale, vissuta insieme a Montesano.

La partenza da zero

“9 anni fa abbiamo ereditato – spiega Stompo – una squadra che navigava ai margini del calcio con uno stadio inagibile in ogni sua parte. Lo abbiamo ristrutturato noi, con le nostre risorse, e per far questo siamo andati a giocare a Barrafranca e da lì in poi abbiamo iniziato una risalita straordinaria, vincendo campionati, riattivando un interesse attorno al calcio che era sepolto ad Enna”.

Gli impegni professionali

 I due dirigenti dell’Enna calcio affermano di aver creato una solida base sportiva e manageriale ma l’appello alla città, alle forze sociali ed imprenditoriali, per rilanciare il progetto calcistico non nasce dalla mancanza di risorse quanto dall’aumento degli impegni professionali.

Il progetto sociale dell’Enna calcio

“Ci abbiamo messo soldi, tempo e la nostra faccia, vincendo tutto quello che c’era da vincere, non ultimo il campionato regionale under 17, in una realtà piccola. Inoltre, abbiamo portato 300 bambini nella scuola calcio e questo la dice lunga sul progetto sociale portato avanti. Siamo due volontari che si sono spesi nel rilancio sportivo ma abbiamo degli impegni professionali enormi e da soli non possiamo farcela. Se la città ritiene che l’opera portata avanti da noi è valida e si ha amore per questa città si faccia allora fronte comune” aggiungono i massimi dirigenti dell’Enna.

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Redazione