di Giacomo Lisacchi
Dopo un anno e otto mesi di guerra e massacro indiscriminato, con oltre 60 mila vittime a Gaza (in
maggior parte donne e bambini), anche il comune di Villarosa, come avvenuto in altre località d’Italia,
ha voluto manifestare solidarietà al popolo palestinese dipingendo una scalinata con i colori della
bandiera palestinese.
“Un semplice gesto simbolico –ha dichiarato il vicesindaco Giuseppe Ippolito-, ma ricco di significato, come a voler dire al governo d’Israele fermatevi, cessate il fuoco, date fine alle violenze su donne e bambini, rispettate i diritti umani!”. Insomma, un segno, apparentemente semplice, che diventa un messaggio potente compiuto da amministratori istituzionali di prima linea, in quotidiano
contatto con la popolazione. Messaggio che però si dovrebbe tramutare, così come stanno facendo
numerosi comuni italiani, in una mozione sottoscritta da maggioranza e minoranza da inviare al
governo, per dire che Villarosa ha deciso di dare voce al sentire diffuso, al senso di angoscia,
all’indignazione che pervade la comunità di fronte al massacro di Gaza.
Ma all’opposizione, stando a quando pubblicato nella pagina facebook dell’ex sindaco “Giuseppe
Fasciana- Liberi di Esserci”, non è piaciuta l’iniziativa dell’amministrazione e nel prenderne le
distanze, anche su un tema così delicato, l’ha fatta diventare “la scalinata della discordia”.
“Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza alle vittime di tutte le guerre –scrive Fasciana- e le
ingiustizie che oggi infuocano parte del mondo, ma non condividiamo il populismo e l’ipocrisia di
chi, trovandosi a governare, sfrutta queste debolezze per auto elogiarsi ed elevarsi a paladino dei
giusti quando lascia vivere la propria comunità in mezzo alla spazzatura e al degrado senza pensare
ai suoi bisogni, ai diritti e alle necessità. Si sarebbe potuta fare una manifestazione o un dibattito
alla biblioteca per invitare a riflettere sulla tolleranza, sul rispetto…sulla pace. Insomma: una bella
dose di educazione civica che non fa mai male!!…E invece spendiamo soldi per fare cose che alla
nostra comunità non portano nessun beneficio. Quei soldi, se pur pochi, non potevano essere
utilizzati per togliere le erbacce (anche solo nel corpo principale) anziché macchiare la pietra con
della vernice? Soldi sprecati, sì!”
“Non credo che sia il caso di polemizzare su un argomento così serio e delicato –ha sottolineato
Ippolito-. Il lavoro svolto non ha comportato nessuna spesa, è stato realizzato a costo zero. Nel
deposito comunale avevamo degli avanzi di vernici per dei lavori fatti in precedenza e precisamente: il bianco per le strisce pedonali, il rosso per la verniciatura di una panchina antiviolenza e il verde per dei ritocchi nel plesso scolastico”.
Al post di Fasciana risponde anche un comune cittadino che così commenta: “Questa volta non
sono d’accordo. Comprendo le diverse sensibilità espresse e la legittima attenzione alle questioni
locali che ogni comunità deve affrontare. Tuttavia, è importante riconoscere il valore profondo di
gesti come quello della scalinata dipinta. Quando si parla di solidarietà, essa non dovrebbe mai
essere messa in discussione o ridotta a “populismo” o “ipocrisia”. Un’amministrazione, pur con tutte
le sue responsabilità quotidiane, può e forse deve anche farsi portavoce di valori più ampi,
mostrando una visione che non si ferma ai confini del proprio comune. Affermare che i soldi siano
“sprecati” in questo contesto significa misconoscere il fatto che il valore di un simbolo non si
misura in termini monetari, ma nell’impatto sul tessuto sociale, sulla consapevolezza e sulla
coesione morale di una comunità”.