Il Rocca di Cerere Unesco Global Geopark a Roma per valorizzare il patrimonio culturale

“È stata un’iniziativa di grande rilevanza che rappresenta il tentativo di promuovere il Geopark in una dimensione più ampia mettendo in relazione il territorio con la sua specificità geologica e la comunità locale con il bagaglio di esperienze, tradizioni e competenze. Tutto ciò deve essere la base di un percorso di sviluppo e di promozione che intendiamo portare avanti nei prossimi mesi e anni”. Con queste parole Michele Sabatino, presidente del Rocca di Cerere Unesco Global Geopark ha fotografato la giornata di studio sulla valorizzazione del Patrimonio Culturale Immateriale svoltasi all’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale di Roma. Si è trattato di un’occasione di confronto tra varie realtà territoriali e istituzionali, che ha consentito di verificare quanto il patrimonio culturale immateriale possa e debba essere al centro delle iniziative di valorizzazione dell’offerta dei Geoparchi Unesco italiani.

“Il territorio modificato dalle trasformazioni geologiche – ha detto il direttore dell’Icpi, Leandro Ventura – diventa paesaggio solo con l’intervento dell’uomo (come ci dice la Convenzione Europea sul Paesaggio che compie quest’anno i suoi venticinque anni di vita). E questo intervento umano è normalmente dovuto ai saperi e ai rapporti che le comunità hanno con i territori in cui vivono”.

Dalla giornata di studi è emerso come il patrimonio culturale immateriale sia un elemento di interesse centrale per i Geoparchi, proprio per costruire relazioni forti con la comunità che vi abitano e consentire così di sviluppare processi di crescita culturale, ma anche economica, di territori che molto spesso, purtroppo, sono interessati da fenomeni di spopolamento.

“In questo senso – aggiunge Ventura – l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale potrà fornire tutto il supporto tecnico-scientifico necessario a individuare buone pratiche di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, che possano consentire di attivare sui territori interessati forme di sviluppo della consapevolezza del valore culturale (e potenzialmente economico) del patrimonio che quelle realtà territoriali, caratterizzate da particolari forme geologiche, e le comunità che le abitano devono riuscire in modalità sempre più autonoma realizzare”.