80 anni dalla morte di Savarese, celebrazione a Enna

La comunità ennese ha reso omaggio giovedì 25 settembre a uno dei suoi figli più illustri: lo scrittore Nino Savarese.

Sulle spoglie che dal 1945 – dopo un breve soggiorno a Roma – riposano nel cimitero cittadino per volontà della moglie, Maria Arcangela Savoca, si è svolta la cerimonia ufficiale di benedizione e lo svelamento di un epitaffio. Alla mattinata ha presenziato il sindaco di Enna, Maurizio Dipietro, e ha partecipato don Giacomo Zangara, parroco di San Giovanni Battista, cappellano della casa circondariale e docente di Religione, oltre a esponenti di associazioni culturali, studenti e docenti delle scuole ennesi.

La tomba, che si trova nel viale San Francesco 663 del cimitero, nelle scorse settimane è stata oggetto di una ripulitura e sistemazione.

“Due mesi fa un giovane concittadino, lo studente universitario Emanuele Messina, ci ha fatto pervenire il manifesto di tumulazione di Savarese, avvenuta in questo cimitero nel 1945 – ha raccontato Mario Messina, fondatore della Biblioteca di comunità Hennaion – così abbiamo chiesto i permessi per sistemare la sua sepoltura, ripristinare la scritta e la fotografia, e arricchirla con un epitaffio in occasione dell’ottantesimo anniversario della morte dello scrittore”. Due corone di fiori sono state poi deposte dal Comune di Enna e da Hennaion e don Zangara ha impartito una solenne benedizione davanti a una folla di studenti.

Mentre l’attrice e scrittrice Elisa Di Dio ha letto la dichiarazione dell’epitaffio, Maria Carmela Pitta e Federico Emma, rispettivamente docente e medico, hanno raccontato alcuni episodi della vita dello scrittore ennese e citato una pagina dell’operetta Un fiume lento, a loro donata dalla vedova Savoca. “Savarese era figlio di un commerciante originario del Napoletano, che però purtroppo morì qualche mese prima della nascita del suo bambino – ha ricordato Emma – un lutto che segnò profondamente la vita dello scrittore”.

“Nino Savarese e Maria Savoca non hanno figli o altri eredi che ne tramandino la memoria – ha aggiunto Messina – spetta dunque a noi ennesi portare avanti la loro testimonianza letteraria, anche per riconoscenza, visto che donarono al Comune i propri quadri di Guttuso, i cimeli di famiglia e la loro collezione libraria, oggi custoditi in una sala dedicata di Palazzo Chiaramonte. Numerose furono inoltre le donazioni fatte alla chiesa di San Marco e al monastero di clausura delle carmelitane scalze”.

Docenti e dirigenti scolastici hanno aderito alla mattinata per sottolineare il valore educativo della riscoperta di Savarese, soprattutto per le nuove generazioni. Intervenuti i rappresentanti del liceo classico Colajanni, liceo scientifico Farinato, dell’istituto professionale Federico II, degli istituti comprensivi Santa Chiara-Pascoli e De Amicis-Garibaldi e la dirigente scolastica della scuola Neglia-Savarese, Maria Filippa Amaradio.

La cerimonia si è conclusa con un applauso corale e con l’impegno delle istituzioni cittadine a promuovere ulteriori momenti di studio e valorizzazione dell’autore. “Enna ha riaffermato oggi il legame profondo con Savarese, scrittore che seppe raccontare con sensibilità e originalità la sua terra e la sua gente”, ha dichiarato il sindaco Dipietro.

Nino Savarese, giornalista e narratore, è stato uno scrittore raffinato e attento interprete della società del suo tempo. Nelle sue opere emergono le contraddizioni della Sicilia, i fermenti sociali e le inquietudini dell’animo umano. Tra i suoi lavori più significativi si ricordano il romanzo L’albero della cuccagna, in cui descrive con ironia e profondità la vita di provincia, e la raccolta di racconti I racconti della contrada, dove paesaggi e personaggi della sua terra prendono voce con straordinaria vividezza. Accanto alla narrativa, Savarese si cimentò anche nella saggistica e nella scrittura giornalistica, fondando insieme a Francesco Lanza il periodico nazionale Il Lunario ritrovato, distinguendosi per chiarezza e impegno civile.