La chiusura di Gucci, ultimo capitolo della fragilità del tessuto economico ennese
Agira - 05/10/2025
La Gucci chiuderà il suo punto vendita all’Outlet Village di Agira e propone ai suoi 18 dipendenti il trasferimento nei punti vendita di Palermo e Bari. Una proposta che i 18 dipendenti hanno difficoltà ad accettare per tutta una serie di questioni facilmente immaginabili e non risolvibili in quattro e quattr’otto. L’alternativa a questa proposta è la perdita del posto di lavoro. Si tratta di scegliere tra due soluzioni, nessuna delle quali è accettabile per molti versi. La vicenda drammatica che stanno vivendo i 18 lavoratori ha dei risvolti non secondari, che meritano di essere messi in evidenza.
La situazione nell’Ennese
Risvolti che riguardano il futuro dell’Area Interna Troina, comprendente 14 comuni, nel cui ambito territoriale ricade l’Outlet Village di Agira, e degli altri sei comuni dell’ex Provincia di Enna (Aidone, Barrafranca, Centuripe, Enna, Piazza Armerina e Pietraperzia), che non ne fanno parte. Quando, nel 2010, l’Outlet Village aprì i battenti, furono in molti a coltivare la speranza che l’intera provincia ne avrebbe tratto dei vantaggi in termini di crescita dell’occupazione e di sviluppo economico. A distanza di 15 anni, quelle speranze sono evaporate, come dimostrano le vicende dei 18 dipendenti del punto vendita della Gucci.
La fragilità del tessuto economico
A innescare processi di sviluppo economico in un’area territorialmente ampia, come l’Area Interna Troina o l’ex provincia di Enna, non sono le impresse, piccole a grandi che siano, che vengono insediarvisi perché attratte da vantaggi territoriali ed incentivi finanziari pubblici. Esemplare, sotto quest’aspetto, è la storia della fabbrica tessile di Gagliano Castelferrato degli anni ’60 aperta dall’Eni di Enrico Mattei, come contropartita del gas che veniva estratto dal sottosuolo comunale. Quella fabbrica non visse a lungo. Negli anni ’80, dopo appena vent’anni, chiuse i battenti. Lo sviluppo economico di un’area territoriale vasta in affanno non deriva dall’insediamento di aziende esterne, che non ci pensano molto ad andarsene, quando non hanno più alcuna convenienza a restare.
Le responsabilità della classe dirigente
Lo sviluppo economico di un’area depressa dipende dalla capacità di suscitare e utilizzare risorse e capacità nascoste esistenti nel territorio, come sosteneva Albert Otto Hirschman. Chi deve averla questa capacità? Deve averla la classe dirigente locale intesa in senso lato, che comprende politici, amministratori pubblici, dirigenti di organizzazioni di rappresentanza di imprenditori e di lavoratori dipendenti, docenti e professionisti vari.