Da Leonforte a Venezia e ritorno, le opere di Salvo alla Biennale
Leonforte - 17/12/2025
Leonforte torna al centro del panorama culturale nazionale grazie a uno dei suoi figli più illustri: Salvatore Mangione, in arte Salvo, pittore tra i più significativi dell’arte contemporanea italiana, protagonista alla Biennale di Venezia con l’iniziativa dal titolo emblematico “SALVO da Leonforte a Venezia e ritorno”.
Un titolo che non è solo simbolico, ma che ribadisce con forza il legame profondo tra l’artista e il paese dell’entroterra ennese dove nacque nel 1947. Un legame che oggi diventa orgoglio collettivo per l’intera provincia di Enna, chiamata a riscoprire e valorizzare le proprie risorse culturali.
Alla presentazione veneziana, introdotta dagli interventi di Pietrangelo Buttafuoco e Debora Rossi per la Biennale, hanno offerto autorevoli letture critiche dell’opera di Salvo Sarah Cosulich della Pinacoteca Agnelli di Torino, Elena Volpato della Galleria d’Arte Moderna di Torino e Lisa Andreani dell’Università di Venezia, a conferma della statura internazionale dell’artista. C’era anche il sindaco di Leonforte, Piero Livolsi.
Chi era Salvo
Salvatore Mangione nasce a Leonforte e si trasferisce giovanissimo a Torino, città che segnerà profondamente il suo percorso artistico. Negli anni Sessanta entra in contatto con l’ambiente dell’Arte Povera, frequentando artisti come Alighiero Boetti, Mario Merz e Luciano Fabro. In questa fase iniziale realizza opere concettuali e provocatorie, spesso incentrate sull’idea di identità e autocelebrazione, come le celebri lapidi in marmo con il suo nome.
A partire dalla metà degli anni Settanta, Salvo compie una scelta controcorrente: ritorna alla pittura figurativa, dedicandosi al paesaggio, alle architetture, alle vedute urbane e naturali. Le sue tele, caratterizzate da colori intensi, atmosfere sospese e una luce quasi metafisica, diventano immediatamente riconoscibili e lo impongono come una voce autonoma e originale nel panorama artistico europeo.
Le opere nei musei più importanti
Le opere di Salvo sono oggi conservate in importanti musei e collezioni pubbliche e private, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli, la GAM di Torino e la Pinacoteca Agnelli. Dopo la sua scomparsa nel 2015, il suo lavoro ha conosciuto una crescente rivalutazione critica e di mercato, confermandone il ruolo centrale nella storia dell’arte italiana del secondo Novecento.
Il ritorno simbolico a Leonforte
La presentazione veneziana anticipa un momento altrettanto significativo per la comunità leonfortese. Il 23 dicembre, infatti, alcune opere di Salvo saranno esposte presso la scuola elementare Vaccalluzzo, mentre una targa commemorativa verrà affissa sulla casa natia dell’artista, restituendo alla città un pezzo importante della propria memoria culturale.
Un’iniziativa che va oltre la celebrazione e che diventa occasione di crescita collettiva, soprattutto per le nuove generazioni. Leonforte, attraverso Salvo, riafferma il proprio posto nella mappa culturale nazionale, dimostrando come anche dai centri dell’entroterra siciliano possano nascere esperienze artistiche capaci di parlare al mondo.
“Valorizzare le risorse culturali di Leonforte significa anche questo: riconoscere, custodire e raccontare storie di talento che affondano le radici nel territorio e continuano a portarne il nome ben oltre i confini provinciali” ha detto il sindaco di Leonforte