Un libro sul Risorgimento siciliano, rievocata la figura del mazziniano Schifani

Salvatore Conticello, Guido Gandolfi e Francesco Ingravalle sono gli autori del libro “Patriottismo siciliano fra restaurazione e Unità d’Italia. Francesco Paolo Schifani 1829-1872” pubblicato a settembre con il contributo del Comune di Troina. Conticello e Gandolfi sono medici specialisti in otorinolaringoiatria, che coltivano la passione pe la storia del Risorgimento.

Ingravalle è ricercatore in storia del pensiero e delle istituzioni politiche all’Università del Piemonte Orientale. Conticello, docente universitario che ha diretto le cliniche di otorinolaringoiatria delle Università di Catania e di Torino, è troinese. Questo spiega l’interesse di Conticello per Francesco Paolo Schifani, ceramese di nascita ma troinese di adozione, patriota che intrattenne con altri patrioti siciliani, Mazzini e Garibaldi una fitta corrispondenza. Il carteggio di Schifani, che è giunto fino ai nostri giorni grazie ai Russo discendenti di Schifani che l’hanno costudito, è pubblicato nel libro.

Il libro

Nel libro sono trattati, con rigore scientifico non disgiunto da passione civica, temi come il mazzinianesimo e garibaldinismo in Sicilia, la realtà sociopolitica siciliana e i moti rivoluzionari dal 1800 al 1860 e le delusioni per come si è concluso il Risorgimento con la nascita dello stato unitario. Si parla anche anche di quei mazziniani e garibaldini, che pur essendo di sentimenti repubblicani, rinunciarono alla repubblica e accettarono la soluzione monarchica sotto la guida di casa Savoia nella costruzione dell’unità d’Italia.

La figura di Schifani

Schifani, che fu uno di loro, nacque a Cerami il 15 agosto 1829 in una famiglia di farmacisti. In giovane età si trasferì a Palermo per abilitarsi all’esercizio della professione di farmacista. A Palermo, lavorò nella farmacia di Marco Artibaldi, cugino di Vincenzo Florio. La farmacia era un punto di incontro di patrioti seguaci di Mazzini. Strinse amicizia con La Porta, Triolo, Spinuzza e Fenech, emissario di Mazzini. Partecipò ai moti di Aspromonte del maggio 1848. Nel 1854 fu arrestato. Dopo 10 mesi di carcere, fu rilasciato e costretto a trasferirsi a Troina, ma non smise la sua attività di militante mazziniano.

Nel 1860 inviò 100 lire a Garibaldi per la spedizione dei Mille. Nel giugno dello stesso anno, ad avvenuta liberazione della Sicilia ad opera dei Garibaldi, fu nominato delegato per la pubblica sicurezza di Troina ed incaricato di promuovere la Società del tiro a segno. Nel 1961 Schifani fu nominato titolare dell’ufficio postale di Troina. Nel dicembre 1863 soggiornò a Caprera. Nel 1865, fondò a Troina la loggia massonica denominata Aspromonte.

Per l’impegno profuso nel combattere come farmacista il colera, nel 1867, gli fu conferita dal comune di Troina la medaglia al valor civile. Colpito dal un colo apoplettico fulminate, Schifani morì a Troina il 2 ottobre 1873.